Il passo indietro di Zelensky sulla Nato avvicina l’Ucraina alla pace?

Nella complessa trattativa di pace tra Russia e Ucraina, Zelensky ha calato il suo asso: rinunciare all’adesione dell’Ucraina alla NATO. La decisione del presidente ucraino prova a sparigliare e a rompere l’impasse di una trattativa avvitata su se stessa da settimane e mira a portare a casa almeno uno tra questi due risultati: o accelerare e consentire, finalmente, la chiusura del conflitto, o smascherare, anche agli occhi dei mediatori americani, l’eventuale bluff di Putin. Se il presidente russo dicesse no anche a questa ennesima concessione infatti - che tra l’altro corrisponde a una sua precisa richiesta - mostrebbe di non essere interessato in nessun modo ad arrivare a una pace, quanto piuttosto a prolungare il conflitto. Così la decisione di Zelensky, che sarà al centro delle trattative in corso in queste ore a Berlino, arriva come l’ennesimo colpo di scena in una trattativa di pace che, pur andando avanti da ormai quasi un mese, appare in perfetta stasi. Da un lato, come noto, ci sono le richieste russe, che ruotano attorno alla cessione completa del Donbass da parte dell’Ucraina, inclusi i territori di cui la Russia non è ancora riuscita ad assumere militarmente il controllo. Dall’altro, l’Ucraina si è detta disposta — contrariamente alla volontà sin qui manifestata di riconquistare le terre perse — a congelare la linea del fronte. Il che significa sì rinunciare definitivamente ai territori già persi, ma non cedere la parte occidentale del Donetsk, che ancora controlla e che, soprattutto, è quella meglio fortificata dell’intero Paese. Ora Zelensky ha fatto un ulteriore passo di conciliazione verso la Russia: non solo Mosca potrà tenere, con notevole disappunto degli ucraini, i territori conquistati, ma potrà anche stare certa che il suo vicino non aderirà alla NATO, cosa cui, almeno in teoria e almeno secondo le dichiarazioni di Putin nel 2022, Mosca dovrebbe tenere molto. In realtà non è chiaro quanto la proposta di Zelensky possa funzionare. In primo luogo perché è piuttosto probabile che, nonostante le affermazioni fatte sin qui, la questione NATO non sia al centro dei pensieri di Vladimir Putin ma che sia stata, invece, poco più di un pretesto. Infatti quando Mosca avviò l’aggressione all’Ucraina dichiarando di voler fermare l’espansione della NATO, Kiev aveva avviato solo generici colloqui di idoneità con l’Alleanza Atlantica, ma nessuna richiesta formale. La richiesta di adesione è stata presentata solo nel settembre del 2022, cioè sei mesi dopo l’inizio della guerra. In secondo luogo perché la disponibilità di Zelensky a rinunciare all’adesione alla NATO è solo in parte un’offerta di pace. Per come si sono messe le cose con gli Stati Uniti, infatti, Zelensky è consapevole del fatto che al momento l’ingresso del suo Paese è completamente fuori discussione: dovrebbe essere votato all’unanimità dai Paesi membri e, per ora, questa unanimità è del tutto fuori discussione. Quindi, in pratica, Zelensky ha rinunciato a una cosa che non ha e sa di non poter avere nel futuro prossimo. Inoltre il presidente ucraino ha detto sì di essere disposto a rinunciare all’ingresso nella NATO ma in cambio ha chiesto comunque garanzie di difesa assimilabili a quelle dell’articolo 5 del trattato dell’alleanza da parte di USA e UE. Quindi in pratica una NATO senza NATO. "Stiamo parlando di garanzie di sicurezza bilaterali tra Ucraina e Stati Uniti, vale a dire garanzie simili a quelle dell'articolo 5- ha detto Zelensky secondo quanto riportato dal Financial Times- nonché garanzie di sicurezza per noi da parte dei nostri partner europei e di altri paesi come Canada, Giappone e altri". In questo modo Zelensky offrirebbe comunque a Mosca una cosa che potrebbe interessarle, ossia il fatto di non avere basi, eserciti e esercitazioni occidentali a pochi metri dal proprio confine. D’altra parte, però, stringerebbe un patto di difesa con gli eserciti occidentali in caso di nuova aggressione russa. Questo perché, è un dato piuttosto conclamato, che in pochi, nello scenario diplomatico, si fidano della parola di Vladimir Putin, e quindi si teme che, una volta ottenuta parte dell’Ucraina, o parte del Donbass, il Presidente russo possa far calmare le acque per qualche mese per poi partire per una nuova aggressione. E per questo Zelensky, in cambio della cessione dei territori vuole essere certo di avere ancora l’occidente al suo fianco, in caso di rincorsa russa. Inoltre, queste garanzie, per gli eserciti occidentali, potrebbero non essere a fondo perduto. In cambio, come fa notare til think tank Atlantic Council, l’Ucraina potrebbe dividere con i Paesi dell’Alleanza, strategie e armi per difendersi dalle sempre più invasive ed efficaci truppe di droni russe.

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Luciana Grosso