Perché la telefonata Witkoff-Ushakov indebolisce il piano di pace

Nelle ore in cui, seppur tra pessimismo e scetticismo, le trattative tra Ucraina e Russia sembrano procedere, ad attirare l’attenzione è il ruolo di Steve Witkoff, l’inviato speciale di Trump in questa mediazione oltre che uno dei suoi principali consiglieri. A mettere Witkoff al centro delle cronache internazionali e di una non banale tempesta politica e mediatica, sono le trascrizioni pubblicate da Bloomberg di una sua telefonata con Yuri Ushakov, il principale consigliere del Cremlino. Le telefonate, in fase di trattativa, sono più che consuete. Ma questo caso è un po’ particolare. Lo è per il tempismo, per il contenuto e per il fatto che questa telefonata è effettivamente trapelata. Andiamo con ordine. Il tempismo: la telefonata si è svolta il 14 ottobre, il che significa alla vigilia di un incontro da tempo programmato alla Casa Bianca tra Trump e Zelensky. Da quell’incontro sembrava poter scaturire un nuovo assetto della guerra, perché il presidente Trump per la prima volta, sembrava ben disposto verso Kiev e, forse, persino intenzionato a rifornire il paese dei missili Tomahawk, quelli a lungo raggio che da lungo tempo l’Ucraina chiede per poter colpire le fabbriche di droni russe che si trovano nell’entroterra. Poche ore prima di quell’incontro, su cui Zelensky aveva puntato moltissimo, però, Trump ebbe una telefonata di due ore con Putin, a seguito della quale sembrava, ancora una volta, aver cambiato opinione e ricominciato a guardare con scetticismo a Zelensky e ai suoi. Della consegna dei Tomahawk, ovviamente, non se ne fece niente. E questo ci porta a occuparci del contenuto. Nella telefonata non solo Witkoff consiglia al Cremlino di chiamare Trump prima che incontri Zelensky, ma dà suggerimenti su come portare il presidente dalla propria parte. In pratica Witkoff ha detto: “Vorrei fare la chiamata e ribadire che vi congratulate con il presidente per questo risultato, che lo avete sostenuto, che lo rispettate, che è un uomo di pace e che siete davvero contenti che sia successo”, parole che suonano come a indicare che è bene ammansire e lusingare il Presidente quando gli si parla. Poi ha aggiunto “Penso che se possibile potremmo fare una chiamata con il tuo capo prima della riunione di venerdì”, indicando come fosse preferibile, in una fase in cui Trump sembrava bendisposto verso Kiev, che Putin parlasse con Trump prima che questi incontrasse Zelensky. “Qualsiasi mediatore esperto - scrive durissimo Bloomberg - dovrebbe mirare a garantire che entrambe le parti si sentano tutelate. Ma ciò che emerge chiaramente dalle trascrizioni delle registrazioni telefoniche trapelate è che Witkoff non ha agito, in alcun modo, come mediatore tra Russia e Ucraina. Ha invece negoziato con le sue controparti russe per ottenere ciò che entrambe le parti desiderano, a spese dell'Ucraina e dell'Europa”. Una trascrizione da cui a uscire a pezzi sono sia la credibilità di Witkoff che quella di Trump. L’uno perché in queste ore avrà grandi difficoltà a essere ascoltato come mediatore da un’Ucraina stremata che ha tanto bisogno della pace quanto paura di vedersi sottoporre un accordo che non sia altro che una resa. L’altro, Trump, perché ne esce dipinto come vanesio, volubile e manovrabile. Non ottime caratteristiche per un Presidente, e tantomeno per un Presidente in un periodo di guerra. Infine c’è il terzo aspetto che vale la pena considerare, analizzando quella telefonata e le sue conseguenze: ossia il fatto che esistono e sono state divulgate. L’esistenza stessa della trascrizione di una telefonata privata tra due consiglieri di primo piano, rispettivamente della Casa Bianca e del Cremlino, è una cosa decisamente inusuale. In genere queste telefonate avvengono su linee protette e non possono essere intercettate. Questa volta, invece, è successo. Come sia stato possibile non è chiaro, ma Ushakov stesso ha ventilato l’ipotesi che quella telefonata potrebbe essere avvenuta non tramite una linea sicura ma usando Whatsapp. Una trascuratezza che indica come una trattativa così delicata non venga trattata con la delicatezza necessaria, al contrario con una certa superficialità. Infine poi, in un quadro di notizie che, per quanto poco rassicuranti, non sono sorprendenti, perché non è un segreto che tra lo staff di Trump e quello di Putin corra molta simpatia, né è un segreto che questa amministrazione sia piuttosto disinvolta nel condividere informazioni , c’è un pezzo che rimane del tutto avvolto dal mistero: ossia chi e perché ha consegnato a Bloomberg il testo di questa telefonata. Al momento, ovviamente, non si sa. Né probabilmente si saprà mai. Forse si tratta di qualcuno che ha interesse a sabotare il processo di pace, a renderlo poco credibile, a fare in modo che sia fallato ancor prima di nascere. O forse si tratta di qualcuno che vuole indebolire la leadership di Donald Trump, cavalcando il malcontento che molti, pur all’interno della sua base, provano dinnanzi alla sua amicizia per Mosca. Il giornale Guardian procede per ipotesi e restringe il cerchio ai servizi, anche se non riesce a individuare quali. Forse quelli Ucraini? Guardian lo ritiene possibile, ma improbabile: “L'Ucraina potrebbe avere il movente di rendere pubblica la chiamata: Kiev è estremamente a disagio con il ruolo di Witkoff nei negoziati e sarebbe desiderosa di indebolirne la posizione Ma il rischio di uno scontro catastrofico con gli americani, se scoperto, probabilmente farebbe riflettere i funzionari ucraini, e sarebbe anche un impressionante colpo di Stato tecnico per le agenzie ucraine poter monitorare una chiamata WhatsApp avvenuta al di fuori del territorio ucraino”. La Russia? Di nuovo possibile, ma illogico: “Le agenzie di intelligence russe hanno una lunga tradizione di intercettazione e divulgazione di chiamate politiche sensibili, ma non c'è alcun motivo evidente per cui Mosca abbia compromesso Ushakov, un collaboratore chiave di Vladimir Putin, e Witkoff, l'interlocutore più amichevole della Russia nell'amministrazione Trump”. Gli Stati Uniti stessi? Possibile, perché, scrive ancora Guardian “All'interno delle agenzie di intelligence statunitensi ci sono molte persone scontente dell'attuale amministrazione e delle sue politiche su Ucraina e Russia. Inoltre, un dettaglio degno di nota è che Bloomberg ha ottenuto l'audio della registrazione, anziché una semplice trascrizione o un resoconto della chiamata, il che suggerisce che la fonte fosse direttamente coinvolta nella raccolta di informazioni o abbastanza influente da ottenere l'audio originale”. Ma di nuovo ci sono dubbi, perché “far trapelare l'audio della chiamata sarebbe una mossa difficile e potenzialmente estremamente pericolosa per qualsiasi dipendente scontento”. Restano i servizi europei che Guardian definisce “inorriditi dalla posizione filo-russa di Witkoff”. Ma, di nuovo, non è chiaro come abbiano potuto fare a intercettare una telefonata del genere al di fuori del loro territorio.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Perché la telefonata Witkoff-Ushakov indebolisce il piano di pace

Luciana Grosso