Cosa comporta il piano Usa-Russia in 28 punti per Kiev e la sua difesa

È passato un mese da quando Donald Trump aveva fatto sapere di non avere intenzione di mediare più nessuna pace con Vladimir Putin, ritenendo ogni tentativo di dialogo con lui perfettamente inutile. Due mesi fa, poi, all’Assemblea generale dell'ONU, il presidente degli Stati Uniti disse di essere convinto che l’Ucraina avrebbe potuto recuperare tutto il terreno conquistato dalle truppe russe, inclusa la Crimea. Eppure, oggi, Axios, Reuters, New York Times e Financial Times hanno messo a segno uno scoop secondo cui non solo i pontieri di Trump e Putin non avrebbero mai smesso di parlarsi, ma anzi, avrebbero raggiunto un accordo di massima per un piano in 28 punti per la fine della guerra. Il problema, però, è che di questo piano, che sarebbe stato redatto, tra gli altri da Kirill Dmitriev, capo del fondo sovrano russo e dall'inviato speciale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Steve Witkoff, si sa ancora poco. Solo voci e indiscrezioni. Voci e indiscrezioni che però sono bastate ad allarmare Kiev e i suoi alleati europei. Dai dettagli trapelati, infatti, appare evidente che il piano sarebbe completamente sbilanciato a favore di Mosca e delle sue richieste, ignorando completamente richieste e linee rosse degli ucraini. In particolare, secondo Financial Times, il piano conterebbe l’imposizione di pesanti rinunce all’Ucraina, sia dal punto di vista politico, come per esempio “il riconoscimento del russo come lingua ufficiale dello Stato in Ucraina e il riconoscimento di uno status formale alla sezione locale della Chiesa ortodossa russa”, sia dal molto più nevralgico punto di vista militare. Infatti, a quel che riporta il giornale, il testo “richiederebbe all'Ucraina di cedere la restante parte della regione orientale del Donbass, compresi i territori attualmente sotto il controllo di Kiev, e di dimezzare le dimensioni delle sue forze armate”. In pratica una resa. Anzi, di più: una sconfitta scritta sulla carta. Questo sia perché è inusuale che la fine di una guerra passi per la cessione di un territorio che le truppe nemiche non hanno mai espugnato sia perché, di tutti i territori Ucraini, quello richiesto dai russi è il più strategico di tutti. Non solo contiene importanti riserve di carbone e di altre materie prime, ma lì si colloca la ‘cintura delle fortezze’, ossia una striscia di quattro città fortificate che, sino ad ora, hanno rappresentato la maggior garanzia a difesa del resto del territorio ucraino. Oltre quella ‘cintura’ l’Ucraina è praticamente indifesa e una lunga strada dritta e senza ostacoli conduce fino a Kiev. Ragioni che rendono molto chiaro perché l’Ucraina, almeno per quel che se ne sa sino ad ora, non sembra intenzionata a cedere in nessun modo quelle che potrebbero rivelarsi le chiavi dell’intera Ucraina. A peggiorare la situazione, c’è il fatto che il piano in 28 punti redatto da USA e Russia prevederebbe anche il dimezzamento dell’esercito ucraino, la fine dei rifornimenti USA il divieto di presenza di truppe occidentali e la fine di ogni rifornimento di arma a lungo raggio capace di raggiungere in profondità il territorio russo. Su queste basi il piano avrebbe l’aspetto di essere irricevibile da Kiev. E anche l’UE, che pure non ha commentato un documento ancora mai presentato ufficialmente, per tramite dell’alta rappresentante Kaja Kallas ha detto che nessuna pace può essere ipotizzata senza coinvolgere nè l’Unione Europea nè l’Ucraina. Non è scontato però che le richieste europee e ucraine vengano ascoltate o venga riconosciuta loro voce in capitolo. Questo perché Donald Trump, con il solo avvio di questi negoziati a due tra USA e Russia sembra avere già deciso quale campana vuole ascoltare. Inoltre perché né Ucraina né Europa sembrano avere la forza per imporre la loro volontà. L’UE è militarmente debole e dipendente dagli USA, cosa che la rende, per forza di cose, anche politicamente debole; l’Ucraina perché, in questo momento, si trova al centro di uno scandalo di corruzione che ha indebolito il governo e ne ha ristretto il margine di manovra e il consenso. Questo scandalo, secondo Financial Times, “ha offerto a Washington l'opportunità di esercitare una nuova pressione su Kiev affinché raggiunga un accordo a condizioni che sarebbero meno che favorevoli”. Per questo, l’ipotesi che il piano passi, nella forma attuale o in un’altra, più smussata, non è remota. E per questo, l’ipotesi che questa lunga guerra finisca con una pace che assomigli a una vittoria completa della Russia si fa sempre più concreta.

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Luciana Grosso