Chris Wright: “La sicurezza energetica è sicurezza economica e nazionale”

Christopher Allen Wright è il Segretario dell'Energia degli Stati Uniti d'America nella seconda amministrazione Trump. Un ruolo fondamentale, come lui stesso spiega. Perché "la sicurezza energetica non è solo sicurezza economica, è sicurezza nazionale". E lo dimostra il fatto che “l’Europa ha puntato molto sulla Russia come fornitore sicuro di energia. Chiaramente questo è stato un errore”. Lo abbiamo intervistato. La domanda che ogni Paese si pone in questo periodo storico, una delle più affrontate nell’edizione 2025 di GasTech, è: come garantirsi un accesso stabile all'energia. Gli Stati Uniti stanno lavorando a qualche accordo bilaterale con l’Italia? Molte aziende americane stanno dialogando con aziende italiane, e siamo in contatto anche con il governo italiano. Abbiamo una lunga partnership e una lunga storia insieme, e certamente vogliamo consolidarla. Vogliamo rafforzare il nostro ruolo di fornitore di energia per l'Italia e vogliamo investire insieme all'Italia e alle aziende italiane nella produzione di petrolio e gas in tutto il mondo, negli Stati Uniti e in altri Paesi oltre ai nostri due. Nell'accordo sui dazi che gli Stati Uniti hanno raggiunto con l'Unione Europea, Bruxelles si è impegnata ad acquistare circa 250 miliardi di dollari all'anno in prodotti energetici dagli Usa. Nel 2024, le esportazioni di energia degli Stati Uniti verso tutto il mondo ammontavano a 166 miliardi di dollari. Per raggiungere l’obiettivo prevedete di aumentare la produzione o di aumentare i prezzi? Sta aumentando la produzione. C'è ancora una discreta quantità di gas naturale russo che arriva in Europa, sia tramite gasdotto che tramite GNL. Quindi, c'è un sacco di spazio per gli Stati Uniti per sostituire tutto quel gas russo. Le esportazioni statunitensi di gas naturale stanno aumentando rapidamente. Anche le esportazioni statunitensi di petrolio e prodotti petroliferi stanno aumentando rapidamente. Inoltre stiamo avviando una “rinascita nucleare”. Quindi vedremo nuove tecnologie, sia per i grandi reattori che per i piccoli reattori modulari, uscire dagli Stati Uniti. Credo quindi che ci siano molti ambiti in cui possiamo collaborare e in cui possiamo vendere energia statunitense all'Unione Europea. Esiste chiaramente anche un problema infrastrutturale. Come pensa che si possa risolvere questo problema? Credo che sia nuove infrastrutture, sia un maggiore stoccaggio di gas naturale e una maggiore capacità di gasdotti in Europa renderanno più facile il trasporto del gas naturale tra i Paesi. E, naturalmente, l'Europa continuerà a importare gas naturale tramite gasdotti dalla Norvegia, ad esempio, e dal Nord Africa, e dovrebbe farlo. Se si riesce ad ottenere il gas naturale tramite gasdotto, il trasporto è più economico. Ma credo che il maggiore margine di crescita per l'energia in Europa in questo momento sia l'aumento delle importazioni di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti. E se si firmano contratti a lungo termine e si acquista in grandi quantità, anche questo contribuisce a far scendere i prezzi. Tre o quattro giorni fa, in un'intervista al Financial Times, lei ha affermato che “se gli europei dichiarassero di non voler più acquistare gas e petrolio russi, ciò influenzerebbe positivamente gli Stati Uniti a imporre sanzioni più aggressive contro la Russia”. Lei si incontrerà con il Commissario europeo per l'Energia e con l'Inviato speciale europeo per le sanzioni. Cosa dovrebbe accadere affinché questi incontri possano essere considerati un successo da parte della Casa Bianca? L'obiettivo principale del Presidente Trump, il suo obiettivo più importante, è la pace. Per riassumere la sua posizione, si tratta di prosperità in patria e pace all'estero. E noi auguriamo lo stesso ai nostri alleati. Vogliamo prosperità in Europa e pace. E la Russia rappresenta una minaccia importante. Il problema più grande per la pace nel mondo oggi è l'attività russa, la guerra della Russia in Ucraina. Quindi gli Stati Uniti stanno facendo tutto il possibile, ma per ridurre i finanziamenti alla macchina bellica russa non possiamo farcela da soli. Se imponiamo sanzioni più severe alla Russia, ma loro possono vendere in Europa, allora sarà difficile per noi soffocare la situazione. È qualcosa che dobbiamo fare insieme. E credo che lo faremo insieme. La comunità europea in senso più ampio, nella misura in cui può ridurre gli acquisti di energia russa, si sta muovendo molto. C'è molta capacità di ridurre le entrate russe e di ridurre i finanziamenti alla loro macchina bellica. Vogliamo tutti porre fine alla guerra in Russia e Ucraina. Sono convinto che siamo fermamente allineati con tutti i nostri alleati qui in Europa. Finora, penso che il presidente Trump sia sempre stato flessibile nel suo stile negoziale. Sta cercando di raggiungere il risultato finale giusto. Ma, ripeto, se gli Stati Uniti facessero pressioni e poi si limitassero a far trapelare le perdite altrove, non sarebbe efficace. Quindi, per aumentare la pressione sulla Russia, dobbiamo collaborare con i nostri alleati in Europa e in altri Paesi del mondo. E queste discussioni sono in corso attivamente. Quindi, pensa che i 19 pacchetti di sanzioni che l'Unione Europea ha già imposto alla Russia non siano sufficienti perché non stanno concentrando la propria attenzione sull'energia? Penso che siano molto utili, molto, molto positivi. Ma c'è altro che si può fare? Assolutamente. Qualcosa che riguardi il vostro portafoglio energetico. Credo che il mondo si stia rendendo conto oggi che la sicurezza energetica non è solo sicurezza economica, è sicurezza nazionale. L'Europa ha puntato molto sulla Russia come fornitore sicuro di energia. Chiaramente è stato un errore. Quindi, la nostra posizione come Stati Uniti non è solo quella di essere il maggiore esportatore di energia e il migliore fornitore di tecnologia energetica, ma anche quella di essere un alleato e un fornitore di energia sicuro. Vogliamo esserlo anche per il gas naturale, per il petrolio e il carbone. Vogliamo esserlo per il nucleare. Per gli Stati Uniti, l'energia è principalmente uno strumento di politica estera o di politica economica? Entrambe. Assolutamente entrambe. Dopo la crisi finanziaria, Stati Uniti ed Europa hanno registrato una profonda divergenza nelle loro politiche energetiche. All'epoca, le nostre economie avevano più o meno le stesse dimensioni, pari al 25% del consumo globale per entrambi. Oggi, gli Stati Uniti rappresentano il 28% del consumo globale, mentre la regione europea è al 18%. La crescita economica è praticamente nulla. Quindi penso che queste politiche restrittive in materia di energia, che rendono l'energia costosa e che contano su alleati inaffidabili, non abbiano giovato ai nostri alleati in Europa. Vogliamo vedere una ripresa della crescita economica europea, che riteniamo positiva per la prosperità dei cittadini. È positiva per l'economia, è positiva per la sicurezza nazionale. Sono entrambi fattori ugualmente importanti.

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Liliana Faccioli Pintozzi