Specie aliene, lo strano caso degli ippopotami di Pablo Escobar

Il Rio Magdalena, il fiume che Gabriel Garcia Marquez ha definito la spina dorsale della Colombia, è il teatro di un singolare caso di invasione di specie aliena. Gli alieni sono degli ippopotami, giunti una trentina di anni fa in Sud America per popolare il bizzarro parco privato del narcotrafficante più famoso del secolo scorso, Pablo Escobar, e sfuggiti poi alla cattura durante il repulisti effettuato dal governo dopo la sua uccisione. Allora erano pochi esemplari, oggi sono una minaccia concreta per l’ecosistema di questa parte di Amazzonia colombiana. E la loro gestione è un esempio molto particolare della difficoltà di conciliare l’urgenza della situazione con la volontà di non traumatizzare troppo gli animali. I capricci di un narcos Tra le molte stranezze che hanno costellato la vita di Pablo Escobar, la passione per gli animali esotici era una delle più spiccate. Avendo rapidamente accumulato una disponibilità di denaro immensa - tanto che molto rimane ancora sepolto nella foresta, senza che nessuno sappia precisamente dove sia stato nascosto - le spese folli non hanno mai rappresentato un problema, e così nella sua enorme Hacienda Napoles il boss di Medellin ha fatto arrivare zebre, giraffe, elefanti, uccelli esotici di ogni tipo e anche degli ippopotami. L’unica limitazione che si era dato era di non importare predatori troppo pericolosi, in modo che in questo angolo di Africa riprodotto in Colombia si potesse passeggiare con relativa tranquillità. Quattro transfughi Dopo la morte di Escobar, la Hacienda Napoles passò in mano al governo colombiano, che nel 1998 decise di recuperare tutti gli animali e di smistarli negli zoo e nei parchi di tutto il mondo. Tutti tranne i quattro esemplari di ippopotamo, che sfuggirono alla deportazione e si avventurarono lungo il corso di un affluente del Rio Magdalena: un maschio e tre femmine. La foresta colombiana li ha ospitati comodamente, l'abbondanza di verde in cui pascolare e l’assenza di predatori ha fatto sì che si riproducessero senza problemi. Situazione fuori controllo L’ultimo censimento della popolazione di ippopotami in Colombia è stato fatto nel 2023, quando ne vennero contati 169, anche se le stime indicavano in duecento il numero più probabile. Senza nessun intervento per ridurre il tasso di natalità, entro il 2040 gli esemplari di pachidermi arriveranno a essere circa 1.500. Il che avrebbe conseguenze nefaste per il bacino del Rio Magdalena. Questi animali, infatti, mangiano una grande quantità di vegetazione , mettendo a rischio l'esistenza delle specie indigene di erbivori, producono una enorme quantità di escrementi in grado di aumentare l’acidità dei corsi di acqua e, ancorché erbivori, sono molto aggressivi anche nei confronti dell’uomo e non temono rivali in natura, almeno per quanto riguarda la fauna della foresta colombiana. Tentativi falliti Appena le autorità si resero conto del potenziale problema hanno chiesto a un esperto come muoversi. Era il 2008 e gli ippopotami erano una trentina e, su suggerimento di un team di esperti sudafricani, si decise di eliminarli. La foto di uno degli animali abbattuti in questa bonifica fece scalpore in Colombia, nonostante le morti di esseri umani fossero ogni giorno sui giornali locali. E lo scalpore fu tale che il governo dovette sospendere il programma. Tre anni più tardi, la campagna riprese ma con la finalità di sterilizzare gli ippopotami. Solo che catturarli e trasportarli in elicottero nelle cliniche veterinarie si rivelò più complicato del previsto, e al primo tentativo il velivolo andò in panne mettendo a rischio la vita dell’equipaggio. Un incidente che decretò un altro stop alle operazioni. Una nuova tecnica Dopo anni di sostanziale immobilismo, il numero di pachidermi è giunto a due centinaia ed è, quindi, stata messa in atto una strategia del tutto nuova: provare a sterilizzare gli animali sul posto, senza portarli in una clinica. Avvistamento, sedazione e intervento chirurgico direttamente nella giungla. Una nuova tecnica di operazione di non facile esecuzione. Molti i rischi per i veterinari, costretti ad agire in un ambiente potenzialmente ostile e non ottimale per le condizioni di igiene dell’intervento chirurgico. Con questa nuova tecnica sono stati sterilizzati finora sette esemplari, molto meno dei 40 all’anno previsti dal nuovo piano di contenimento. India, l’ultima speranza Prima di procedere con soluzioni più drastiche, il governo colombiano sta facendo un estremo tentativo per trasferire gli ippopotami in strutture adeguate all’estero. Un compito tutt’altro che semplice. Recentemente il Messico ha accolto una decina di esemplari, ma le speranze per una soluzione del problema sono ora riposte sul magnate Mukesh Ambani, detto il re del ferro e considerato l'uomo più ricco del paese asiatico e l'undicesimo al mondo, secondo la rivista Forbes. Ambani ha pubblicamente offerto ospitalità agli ippopotami in un resort privato ma non è ben chiaro quanti animali potranno essere accolti. Con la raccomandazione della massima cautela per evitare che l’invasione aliena di ripresenti nel subcontinente indiano.

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Gabriele De Palma