Cosa dobbiamo aspettarci dal vertice Trump-Putin

Tra poche ore Vladimir Putin e Donald Trump prenderanno un aereo che li porterà ad Anchorage, in Alaska. Nelle stesse ore, però, nessun rappresentante dell’Unione Europea o dell’Ucraina farà lo stesso, dal momento che al summit di Anchorage nessuno li ha invitati. Il massimo che Donald Trump ha concesso ai suoi alleati è stata la promessa di un ‘debriefing alla fine dell’incontro’. Poco più di una vaga promessa. Poco più di un ‘Poi vi chiamo’. Per questo, mentre l’orologio ticchetta in attesa del primo incontro tra Vladimir Putin e un presidente americano da quattro anni a questa parte, il mondo e soprattutto UE e Ucraina iniziano a nutrire speranze e timori. Speranza che Trump non si lasci incantare da Putin; timore che possa farlo. Speranza che Trump non abbandoni l’Ucraina; timore che possa farlo. Al momento, va detto, nessuno ha ancora ben chiaro cosa aspettarsi dall’incontro tra i due Presidenti. Questo sia perché la questione sul tavolo è molto complicata sia perché gli attori in campo sono decisamente imprevedibili. Nelle ultime ore, lo staff del presidente Trump, si è premurato di abbassare le aspettative, dicendo alla stampa che sarà un incontro interlocutorio, ‘di solo ascolto’ e che non spetta a Trump siglare nessuna pace. In pratica, dicono, Trump vuole solo sapere da Putin che cosa vuole in cambio della cessazione delle ostilità. Quello che nessuno sa, però, è come Trump valuterà le richieste russe. Questa è la variabile più complessa, tra quelle in campo perché, se Trump riterrà le pretese di Putin non accettabili, potremmo assistere a un imprevedibile inasprimento delle relazioni tra USA e Russia e a un’inevitabile prosecuzione della guerra, magari persino su altri fronti. Se invece Trump dovesse ritenere le richieste putiniane accettabili, quel che è più probabile è che metterà l’Ucraina di fronte a un aut aut: o accettarle senza battere ciglio, o rinunciare per sempre al supporto americano, di cui però, in questo momento, l’Ucraina ha completo bisogno, perché il sostegno europeo, da solo, non sarebbe sufficiente a supplire un’eventuale uscita di scena statunitense. Di fronte a questi scenari, i leader europei sono in grande e ansiosa attesa. A preoccuparli di più è forse l’opzione di una sostanziale sintonia tra Trump e Putin che, va detto, appare particolarmente probabile: non solo i due sono da sempre in ottimi rapporti, ma è cosa nota che Trump ha interesse a chiudere questa guerra il prima possibile e senza andare troppo per il sottile. E anche se, com’è ovvio, un cessate il fuoco, anche temporaneo, è lo scenario che tutti desiderano di più, occorrerebbe però valutarne il prezzo politico e militare. È possibile, infatti, che per far tacere i cannoni per qualche settimana, Putin chieda non solo i territori che ha già conquistato militarmente, cioè la Crimea e la parte orientale del Donbas ma anche territori ulteriori rispetto a quelli conquistati sul campo. In particolare, potrebbe chiedere lo spicchio di Donbas che ancora non è riuscito a conquistare e che riguarda la parte nord occidentale della regione. Cedere quell’area per l’Ucraina sarebbe inaccettabile, perché si tratta di una zona che, per ovvie ragioni è particolarmente fortificata. In buona sostanza, se il resto dell’Ucraina non è crollato è perché quella singola linea di difesa si è rivelata inespugnabile. Per questo l’idea di cedere quel singolo spicchio di terreno, per Zelensky e per l’Europa, è inaccettabile: perché non sarebbe solo un boccone amaro da ingoiare in cambio della pace, ma un lasciapassare per nuove aggressioni, per giunta più difficili da fermare. L’idea che Trump consideri questa eventuale proposta putiniana una base accettabile per l’avvio di un processo di pace e parte dello ‘scambio di territori’ di cui ha fatto menzione, preoccupa molto l’Unione Europea e l’Ucraina, che non si fidano né di Putin né di Trump. Allo stesso tempo, è nei fatti che, negli ultimi mesi i rapporti tra UE e la Casa Bianca trumpiana sono leggermente migliorati, anche perché l’UE gliele ha date tutte vinte, dall’impegno ad acquistare armi americane alla faccenda dazi. Quindi, anche se con timore, qualcuno timidamente spera che Trump non si appiattisca sulle posizioni di Putin. A fare sperare l’UE e Ucraina sul fatto che Trump non li abbandonerà del tutto per seguire le sirene di Putin è stata soprattutto la videochiamata delle ultime ore nella quale Trump ha rassicurato i partner europei di avere intenzione di lavorare per un cessate il fuoco ma di non avere nessuna intenzione né di abbandonare Kiev, né di considerare accettabile alcun piano che non venga concordato con Kiev stessa. Allo stesso tempo ha preso a farsi strada l’ipotesi che gli Stati Uniti potrebbero unirsi alla coalizione dei volenterosi per mantenere le condizioni di sicurezza alla base di un eventuale cessate il fuoco. Parole che hanno rincuorato i leader europei, che a questo punto non sanno a cosa credere: se a quello che Trump dice di voler fare o se a quello che, in passato Trump ha minacciato di fare. Se al Trump alleato o al Trump amico di Putin. Se al Trump che hanno conosciuto o al Trump che vorrebbero conoscere.

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Luciana Grosso