Cosa pensano gli americani dell'intervento degli Usa in Iran

Il dibattito di questi giorni sull’entrata in guerra degli Stati Uniti a fianco di Israele ha fatto emergere un conflitto interno al Partito Repubblicano. Diverse figure della galassia conservatrice americana anche molto vicine a Trump, tra cui la deputata di estrema destra Marjorie Taylor Greene, il commentatore Tucker Carlson e l’attivista Charlie Kirk, hanno infatti espresso la loro netta contrarietà all’intervento statunitense nella guerra contro l’Iran. Un sentimento che secondo un recente sondaggio di YouGov condotto per l’Economist è condiviso anche dalla maggior parte dell’elettorato conservatore, oltre che dalla maggioranza della popolazione americana. Sei statunitensi su dieci si oppongono a un coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra tra Israele e Iran, il 16% è a favore e gli indecisi sono circa un quarto. Tra chi nel novembre 2024 ha votato per Donald Trump, la percentuale di contrari a un intervento americano è leggermente più bassa rispetto a quella registrata tra la popolazione generale, ma supera comunque quota 50%: il 53% si oppone all’intervento militare, mentre solo il 19% è a favore e il 28% è indeciso. Nell’elettorato Democratico la forbice tra favorevoli e contrari è ancora più ampia: tra chi l’anno scorso ha votato per Kamala Harris, il 71% si oppone all’entrata in guerra degli Stati Uniti, il 10% è a favore e il 19% è indeciso. Queste opinioni emergono nonostante la maggioranza degli americani percepisca il programma nucleare iraniano come una minaccia verso gli Stati Uniti: il 24% la ritiene un pericolo immediato e il 37% uno alquanto serio, mentre il 17% pensa sia una minaccia minore e solo il 6% che non lo sia affatto. In questo caso sono più affini anche le idee di Repubblicani e Democratici: tra i primi la percentuale di chi pensa che il nucleare iraniano sia una minaccia seria o alquanto seria ammonta al 72%, tra i secondi al 60%. Secondo la maggioranza degli americani, tuttavia, gli Stati Uniti dovrebbero negoziare con l’Iran: lo pensa il 56% degli intervistati, mentre solo il 18% ritiene che i diplomatici americani non dovrebbero sedersi al tavolo delle trattative e il 25% è indeciso. Su questo punto gli elettori di Trump e quelli del Partito Democratico concordano: rispettivamente il 63% e il 65% è a favore dei negoziati, mentre il 18% e il 16% è contrario. L’opinione pubblica statunitense, tuttavia, è divisa sulle strategie da adottare per limitare il programma nucleare iraniano. Il 28% indica come soluzione quella di minacciare il governo degli ayatollah con sanzioni più dure, il 26% vorrebbe una riapertura del dialogo diplomatico, il 24% chiede di alleggerire le sanzioni e il 18% di minacciare l’Iran con l’uso della forza militare. In questo caso si registrano chiare differenze tra l’approccio dei Repubblicani e quello dei Democratici: i primi favoriscono la linea più dura, con la minaccia di maggiori sanzioni e dell’uso della forza militare tra le opzioni più quotate, mentre i secondi prediligono la via negoziale e preferirebbero incentivare l’Iran a limitare il suo programma nucleare attraverso una ripresa delle relazioni diplomatiche e il rilassamento delle sanzioni .

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