Simion contro Dan, la Romania sceglie il presidente e il suo futuro

A novembre il primo turno fu vinto da Georgescu, tribuno di estrema destra critico delle regole europee, dell’adesione romena alla Nato, del sostegno all’Ucraina. Due settimane fa, con quasi il 41% Simion, leader dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni che ne ha preso il testimone, si è ripetuto, capitalizzando la sua continuità con un leader che non ha perso consensi nonostante sia stato accusato di aver ricevuto indebito sostegno straniero alla sua campagna elettorale, incriminato per finanziamento illecito e eversione, infine escluso dal voto. Simion ha ereditato una base elettorale considerevole e sfiderà Dan, che da indipendente ha incassato il sostegno dell’Unione per la Salvezza della Romania guidato a novembre da Elena Lasconi ed giunto secondo col 21%. La sfida Simion-Dan A loro modo, dunque, si sfideranno due outsider fuori dal sistema imperniato sul Partito Socialdemocratico e sul centrodestra del Partito Nazional-Liberal sconfitto sonoramente al primo turno con l’esclusione dal ballottaggio del candidato comune Crin Antonescu. Ma per la Romania la scelta non è destinata a esser neutrale. In gioco c’è molto, tanto per Bucarest quanto per l’Europa: nelle cancellerie di Bruxelles si guarda in particolar modo al fatto che una vittoria di Simion possa portare la Romania lontana dall’orbita dell’Ue e della Nato. Il 38enne candidato sovranista, nota Politico.eu, “ha promesso di seguire l'approccio di Donald Trump Trump alla guerra in Ucraina e di emulare il suo stile di governo, tagliando le tasse e stimolando le imprese, eliminando al contempo l'ideologia woke e sostenendo i valori tradizionali cristiani e familiari” e “pur evitando posizioni apertamente anti-Ue, ha anche affermato di sostenere la Romania nei negoziati con l'Unione, mentre giovedì ha accusato il presidente francese Emmanuel Macron di avere tendenze dittatoriali". Il 55enne Dan ha promesso riforme attente a una maggior lotta alla corruzione, alla tutela dell’ambiente e allo sviluppo economico criticando l’eredità di Psd e Pnl in politica interna, ma ha promesso di seguirne la traccia in termini di politica internazionale, dichiarandosi pronto a rafforzare l’integrazione di Bucarest con l’Unione Europea e la Nato in caso di vittoria. Ha inoltre accusato Simion di essere un “bollettino stampa della Russia”. Affluenza e diaspora, fattori decisivi Gli analisti prevedono che due fattori incideranno in maniera primaria nel definire l’esito del voto: l’affluenza alle urne e il risultato nel voto dei romeni all’estero. Nelle ultime tre elezioni presidenziali l’affluenza è sempre aumentata dal primo turno al ballottaggio per l’elezione del nuovo capo dello Stato, e Dan spera che un suo incremento rispetto al 54% di due settimane fa, soprattutto nelle città, possa contribuire a consolidare la rimonta e a colmare il divario di venti punti percentuali con l’avversario. Il sindaco di Bucarest, già matematico e attivista anticorruzione, si trova in una situazione delicata: ha bisogno dell’afflusso alle urne degli elettori dei partiti tradizionali che ha sempre contrastato in nome del freno all’ultradestra e deve fare leva sulla sua immagine rassicurante per il futuro europeo della Romania in un momento storico in cui la critica all’establishment politico e alle istituzioni romene non è mai stata così forte nel Paese. Inoltre, Dan dovrà guadagnare terreno nell’elettorato all’estero: ”Si stima che circa 4 milioni di rumeni vivano all'estero, 970.000 dei quali hanno votato al primo turno, con circa il 60% a favore di Simion”, nota Politico.eu. Al contrario degli elettori all’estero della vicina Moldavia, decisivi a ottobre per la ri-elezione della presidente europeista Maia Sandu, i votanti romeni che vivono fuori dai confini nazionali premiano maggiormente le ideologie nazionaliste e conservatrici di Simion. Guadagnare margine su questo fronte potrà rivelarsi decisivo per Dan, che si trova di fronte a sondaggi incerti: subito dopo il primo turno, Simion era dato avanti col 55% contro il 45% del rivale, mentre una recente rilevazione dava Dan appaiato al rivale col 48% ciascuno e un 4% di indecisi potenzialmente decisivi. Sarà un’elezione all’ultimo voto, da cui si capirà quale traiettoria seguirà una Romania mai tanto divisa dal ritorno alla democrazia in un’Europa incerta che vede a Bucarest come a un laboratorio del suo futuro prossimo.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Simion contro Dan, la Romania sceglie il presidente e il suo futuro