Musk cerca un nuovo manager per la comunicazione: basterà?

Elon Musk sta facendo scouting. Come rivela la rivista Business Insider il tycoon da qualche tempo è alla ricerca di un manager della comunicazione, nelle cui mani affidare la reputazione dei suoi principali brand. La notizia in sé, ovviamente, non dovrebbe neanche destare interesse, anzi, in condizioni normali dovrebbe passare quasi inosservata, eppure diventa a dir poco eclatante considerando come in questi ultimi tre anni, in particolare dopo l’acquisizione di Twitter, Elon Musk ha portato avanti una personale battaglia senza esclusioni di colpi, condotta sempre in prima persona contro i media legacy e alcuni giornalisti. L'approccio disintermediato di Musk “You are the media now”, ha più volte postato Musk sul suo account X, la cui portata è stata in parte amplificata artificiosamente dall’algoritmo, per minare la credibilità dei media tradizionali e, al contempo, consolidare e dare forza alla sua e a quella delle sue aziende. Adesso, invece, sembra pronto a un clamoroso passo indietro, a un netto cambio della strategia centripeta fin qui inseguita, che metteva al centro sé stesso e la sua audience polarizzante e divisiva. Infatti, da quando Dave Heinzinger all’inizio di quest’anno ha lasciato il suo incarico di responsabile media, al successore, come rivela l’articolo di Business Insider, si chiede di contribuire a ricostruire l’immagine pubblica dell’azienda e di lavorare a stretto contatto con Linda Yaccarino. L’attuale amministratrice delegata di X è stata voluta al timone da Musk per rinnovare il comparto advertising e pubblicità dell’azienda e far ritornare sulla piattaforma i grandi inserzionisti che sono andati via da Twitter. Così come avevano preferito lasciare i rispettivi incarichi che avevano nell’ufficio comunicazione anche Joe Benarroch e Nick Pickles. Un lavoro decisamente complicato In verità, se Elon Musk continuerà a mantenere questo posizionamento liquido e ibrido, che non ha uguali in nessun’altra Big Tech, in cui non c’è alcun confine evidente tra il ruolo di imprenditore-proprietario, quello di politico, di amministratore pubblico, di celebrity influencer e di opinion maker, risulterà assai difficile pensare che chi sarà assunto potrà svolgere il proprio ruolo senza esserne condizionato. O peggio ancora, c’è da ipotizzare che sarà costretto a mitigare la portata delle tensioni che il suo stesso datore di lavoro avrà creato con i media e gli inserzionisti. Fino a quando Elon Musk continuerà a tenere in vita i cento e variegati personaggi Elon Musk, cioè fino a che non deciderà seriamente di rimodulare il suo iper-protagonismo che lo induce senza freni e premure a intervenire sui molteplici fronti di suo interesse e a scontrarsi con i media, le istituzioni e i brand che in qualche misura potrebbero ostacolare o rallentare i sui progetti, diventa davvero complicato pensare a una gestione ordinaria ed efficace delle relazioni pubbliche. Come ha scritto qualche tempo fa, Jacob Bernstein in un articolo pubblicato dal New York Times, “nel bene o nel male Elon Musk rimane l’unico portavoce di sé stesso”. È questa rimane tutt’oggi ancora una verità assoluta e inconfutata. Elon Musk si è mutato da imprenditore a brand e come tale si comporta e comunica, solo che questa mutazione fa bene a lui ma rischia di danneggiare seriamente le sue aziende, a prescindere da quanti bravi manager e spin doctor assume.

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