Albania al voto: Rama in cerca del quarto mandato

Tutti contro Edi Rama: l’Albania va al voto e il primo ministro socialista cerca il quarto mandato alla guida del Paese balcanico nelle elezioni parlamentari dell’11 maggio. In un clima di profonda polarizzazione interna Rama, al potere da dodici anni, mira a sconfiggere per la quarta volta di fila dopo i voti del 2013, 2017 e 2021 il Partito Democratico, la formazione di centrodestra guidata dal predecessore Sali Berisha . La piccola nazione di sei milioni di abitanti dei Balcani occidentali viene da un ventennio di esecutivi stabili che, sostanzialmente, hanno perseguito un’agenda comune sul fronte dell’agenda internazionale del Paese: avvicinamento all’Occidente, integrazione nella Nato e sostegno al processo di adesione di Tirana all’Unione Europea. L’Albania, al mutare dei governi negli Usa e in Europa, non ha cambiato il suo orientamento, posizionandosi sia nell’era Berisha che in quella di Rama tra gli Stati maggiormente pro-Washington della regione e trasformando in obiettivo bipartisan l’avvicinamento a Bruxelles. è di nuovo Rama contro Berisha Sul fronte interno la battaglia politica è stata legata soprattutto alle politiche di sviluppo, con Berisha e il Pd che hanno sostenuto storicamente una maggior apertura alle privatizzazioni e a un’agenda economia neoliberale e Rama e il Partito Socialista che hanno invece appoggiato, ha scritto il politologo Agon Maliqi per l’Atlantic Council, “investimenti pubblici e stimoli alla spesa dei privati che hanno rimodellato le infrastrutture, in particolare nelle aree urbane e costiere”. Questo, spiega Maliqi, “ha alimentato un boom turistico senza precedenti e una solida crescita economica”, in un contesto in cui tuttavia “la corruzione diffusa e il controllo oligarchico hanno destinato la maggior parte del ricavato ai più ricchi, mentre i salari hanno faticato a tenere il passo con l'inflazione e il forte aumento del costo della vita”. Rama non ha esitato, per mantenere alti i suoi consensi, a accarezzare in diversi casi politiche più conservatrici come la scelta di mettere al bando TikTok nel Paese per un anno accusandolo di creare problemi psicologici ai giovani albanesi o la controversa decisione di siglare l’accordo col governo italiano di Giorgia Meloni per sostenerne l’agenda di esternalizzazione della gestione dei migranti tramite l’apertura di appositi centri nel Paese balcanico. Il nodo corruzione Il Pd accusa i socialisti di comportarsi in maniera demagogica promuovendo politiche di questo tipo e di essere la causa dell’aumento diffuso del tasso di corruzione, mentre i sostenitori di Rama contestano all’ex premier Berisha la su designazione come " persona non grata " da parte delle autorità anticorruzione degli Stati Uniti e del Regno Unito per denunciarne l’ambigua eredità. Su Berisha, ricorda l’Atlantic Council, pendono anche le indagini per corruzione condotte dalla Struttura Speciale contro la Corruzione e la Criminalità Organizzata , l’entità indipendente del sistema giudiziario del Paese incaricata di stroncare i fenomeni corruttivi e che, negli ultimi anni, ha colpito ogni partito. La Spak di recente ha messo nel mirino anche il socialista Erion Veliaj, sindaco di Tirana, che è stato arrestato ed è in attesa di giudizio con l’accusa di aver incassato tangenti in cambio di favoritismi pe rla gestione di alcuni appalti pubblici. Il nodo della lotta alla corruzione è centrale per definire il futuro dei negoziati d’adesione di Tirana all’Ue, che Rama mira a concludere entro il 2027 per portare l’Albania nel campo comunitario entro il 2030. Zef Mazi, capo negoziatore dell'Albania con l'UE nel biennio 2020-2022, ha dichiarato a Balkan Insights che ad oggi una prospettiva del genere resta molto remota. Rama punta alla maggioranza assoluta, Berisha alle negoziazioni post-voto Il clima di elevata polarizzazione tra i due massimi partiti concentra i consensi tra il campo di Rama e quello di Berisha. La maggior parte delle rilevazioni assegna ai socialisti un ampio vantaggio e li posiziona oltre il 45% con un vantaggio in doppia cifra sull'Alleanza per una Grande Albania, la coalizione del Pd che veleggia tra il 33 e il 36% negli ultimi sondaggi. Rama mira a conquistare per la terza volta di fila una maggioranza superiore alla soglia minima di 71 seggi per poter formare un governo monocolore, il Pd vuole sbarrargli la strada per rendere la nomina del prossimo governo una questione di accordi di coalizione e potersi giocare la sua partita nel dialogo con le formazioni minori, appartenenti principalmente al centro-destra. Il prossimo governo dovrà gestire un Paese in bilico tra la necessità di accelerare il suo percorso di avvicinamento all’Ue sanando i problemi interni e la sfida di mantenere la sua postura “transatlantica” mentre tra Washington e Bruxelles, principali riferimenti di Tirana, le distanze cominciano a divaricarsi in misura crescente. Una novità per chi, come Berisha e Rama, ha sempre guardato ad entrambi come stelle polari per un’Albania in accelerata, e confusionaria, corsa verso il futuro.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Albania al voto: Rama in cerca del quarto mandato