Don Ciotti: “Papa Francesco è stato coraggioso. Ora serve continuità”

Dal momento della sua morte, si continua a parlare dell’eredità di papa Francesco. Della sua politica a sostegno dei migranti, del suo sforzo per la pace e della lotta alle mafie. E, in merito, il fondatore e presidente di Libera don Luigi Ciotti ha le idee chiare: “Tanti che lo stanno celebrando in morte non hanno raccolto le sue raccomandazioni da vivo – ammonisce – Anzi, hanno fatto scelte del tutto opposte”. A Sky TG24 ammette di vivere questo momento, e questa “consapevolezza”, con grande sofferenza”: “Sono tutti presenti in questi giorni e riconoscono l’importanza di papa Francesco, ma molti che sono in vista fanno altre scelte ogni giorno. È una ipocrisia”. La lotta alla mafia Un pacco di caffè e un bar torinese legano papa Francesco e don Ciotti. Siamo nel 2014 e il Pontefice è atteso a un evento per parlare di fronte a un migliaio di vittime della criminalità organizzata radunate nel capoluogo piemontese. “Arrivo con questo pacco di caffè molto abbondante – racconta con il sorriso a Sky TG24 – e combiniamo l’incontro. Cinque giorni dopo, il proprietario della torrefazione mi chiama per dirmi che Francesco aveva telefonato per fare i complimenti per il caffè. La seconda volta che ho incontrato Sua Santità gli ho portato due pacchi”. È dell’incontro, però, e delle parole spese da Bergoglio contro le mafie che il fondatore di Libera ha il ricordo più caro. Il suo, secondo don Ciotti, fu un atteggiamento coraggioso, arrivato al termine della “interminabile lettura” dei nomi delle vittime della criminalità organizzata. “A un certo punto disse – racconta don Ciotti – ‘Voglio parlare ai grandi assenti: convertitevi e cambiate. Ve lo chiedo in ginocchio: convertitevi e cambiate’”. L'attenzione alle carceri Nella Chiesa cattolica è ancora il momento del lutto. Ma, entro i primi dieci giorni di maggio, sarà aperto un nuovo conclave e fedeli e religiosi si interrogano ora sulla linea del nuovo Pontefice. Don Ciotti compreso: “Mi auguro – confessa a Sky TG24 – che ci sia una continuità”. Più che di politiche, però, il fondatore di Libera parla di “radicalità”: “Papa Francesco non predicava solo il Vangelo – continua – lo traduceva in gesti, in emozioni, nell’accoglienza delle persone. Mi auguro che chi prenderà il suo posto sarà così. La Chiesa ha bisogno di questa continuità per andare avanti, perché la parola di Dio è scomoda”. Eppure, di fronte a un conclave nuovo – circa il 70% dei cardinali elettori è stato nominato da papa Francesco – anche don Ciotti è consapevole del possibile cambiamento: “Ognuno porterà il suo mondo e la sua personalità ma ci serve continuità”. A dover scegliere una sola battaglia da portare avanti, il sacerdote non ha dubbi: “Nel Giubileo ha chiesto un gesto, in particolare, verso chi è in carcere. Un indulto o un’amnistia”. Poi, un’altra sferzata: “Chi ossequia ora il Papa si assuma la responsabilità di dare un segno di quelli che ha chiesto il Pontefice. È inutile celebrarlo senza tenere vive le sue parole”. Crisi vocazionale Don Luigi Ciotti tenta addirittura un pronostico: “Il prossimo Papa potrebbe essere un europeo”. L’importante, però, è “non tornare indietro” dalle idee di papa Francesco. La scelta potrebbe avere anche un impatto sul futuro – almeno quello numerico – della Chiesa cattolica. Dal 2008 in Europa è in calo il numero dei seminaristi, che nel 2022 erano poco più di 100mila. “Nella mia piccola esperienza – commenta don Ciotti – da giovani è importante trovare dei punti di riferimento coerenti e credibili. La testimonianza vissuta e concreta nei gesti e nelle parole di papa Francesco ha scosso le coscienze di tante persone. Ho visto moltissimi ragazzi partecipare a momenti di grande affluenza, ma hanno bisogno di trovare una Chiesa vera, immersa nei problemi delle persone”. Secondo il fondatore di Libera, un buon momento per attirare le nuove generazioni sono proprio i Giubilei: “Aveva dedicato lo scorso alla misericordia. Questo in corso è sulla ‘speranza che non delude’. Ricordiamocelo noi adulti che la Chiesa ha bisogno di uno scatto in più per essere credibile e colmare la distanza con i giovani”.

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