L’ex presidente peruviano è stato arrrestato dopo la lettura della sentenza, per il reato di riciclaggio di denaro. Condannata anche l'ex first lady'Nadine Heredia che si trova presso l'ambasciata brasiliana a Lima, dove ha chiesto asilo politico
La polizia peruviana ha arrestato l'ex presidente Ollanta Humala dopo la lettura della sentenza con cui è stato condannato a 15 anni di reclusione, così come la moglie Nadine Heredia, per l'accusa di riciclaggio. L'ex presidente è stato trasferito nella camera penitenziaria del palazzo di Giustizia. Lo riporta il sito del quotidiano peruviano La Republica. Il tribunale ha ordinato una "esecuzione cautelare immediata della sentenza". La corte ha confermato l'ipotesi dell'accusa, dopo aver sottolineato che i contributi ricevuti dal Partito Nazionalista per le campagne presidenziali del 2006 e del 2011 provenivano illegalmente dal Venezuela e dalla società di costruzioni brasiliana Odebrecht. Questa sentenza - evidenzia il quotidiano La Republica - costituisce un precedente nei procedimenti giudiziari a carico degli ex presidenti e degli ex candidati, poiché è la prima decisione per riciclaggio di denaro per i contributi alle campagne presidenziali.
Condannata anche la moglie dell’ex presidente
Coinvolta anche l'ex first lady del Perù, Nadine Heredia, moglie di Ollanta Humala (presidente del Paese sudamericano dal 2011 al 2016). La donna si trova nell'ambasciata del Brasile a Lima, dove ha chiesto asilo politico. Lo ha comunicato il ministero degli Esteri peruviano in una nota diffusa sulle sue reti sociali ufficiali. "La signora Heredia ha richiesto asilo in quel Paese (il Brasile), in conformità con quanto stabilito dalla Convenzione sull'Asilo Diplomatico del 1954, di cui il Perù e il Brasile fanno parte", recita il comunicato che si conclude affermando che entrambi i governi sono "in comunicazione permanente su questa situazione".
