L’economia preoccupa gli americani: consensi in calo per Trump

Le decisioni di politica estera e commerciale dell’amministrazione Trump, i tagli al settore pubblico operati da Elon Musk, le derive autoritarie in politica interna e le dimostrazioni di incompetenza da parte del governo – tra scandalo Signal e calcoli approssimativi sui dazi da imporre ai partner commerciali – non stanno giovando al tasso di popolarità del presidente americano. Sabato 5 aprile si sono tenute manifestazioni anti-Trump e anti-Musk in circa 1.100 città americane, considerate da diversi analisti come il primo segnale visibile di un diffuso dissenso nei confronti dell’attuale esecutivo. In realtà, guardando ai sondaggi, già da qualche settimana si osserva un calo di popolarità di Trump. Nel nostro ultimo aggiornamento pubblicato il 27 marzo, la media dei sondaggi elaborata dall’ex direttore editoriale del sito di analisi politiche 538 George Elliott Morris mostrava un tasso di approvazione netto del presidente a -1,7 punti percentuali, in netto calo rispetto ai +8,6 punti di inizio mandato. Anche l’Economist, due settimane fa, registrava un andamento negativo e un tasso di approvazione di -4,8 punti percentuali, contro il -0,3 del 20 gennaio. Oggi, sia Morris che l'Economist osservano un ulteriore calo. Secondo la media dei sondaggi di Morris, il 49,8% degli americani disapprova l’operato di Trump, mentre il 46,4% lo approva, per un tasso netto di -3,4 punti percentuali. I dati raccolti dall’Economist mostrano una flessione più moderata, partendo tuttavia da un tasso di approvazione più basso: secondo il quotidiano britannico il tasso di disapprovazione di Trump è al 51% e quello di approvazione al 46%, per un tasso netto di -4,9 punti percentuali. Le cause del malcontento Un sondaggio condotto da YouGov per l’Economist mostra come l'economia – quindi l’inflazione, il lavoro e la situazione economica generale in cui versa il Paese – sia la principale preoccupazione degli statunitensi. Negli ultimi giorni, infatti, l’economia ha toccato un nuovo “picco di salienza” tra l’elettorato americano: oggi il 37% degli intervistati la indica come la principale preoccupazione. Una percentuale così alta si era toccata solo a fine 2024, a causa dell’inflazione. Inoltre, per la prima volta da quando esiste il sondaggio, i diritti civili sono saliti al secondo posto tra le questioni più importanti , superando la sanità . I sondaggi non spaventano, le manifestazioni sì In un post del suo Substack Strength in Numbers, Morris nota come fino ad ora Trump abbia ignorato i sondaggi negativi, minimizzandoli e raccontandoli come inaffidabili. Il presidente non sembra infatti particolarmente ricettivo nei confronti di ciò che pensa l’opinione pubblica, come dimostra la sua fermezza sui dazi commerciali nonostante la loro impopolarità e l’enorme instabilità economica a livello nazionale e globale causata dalla loro introduzione. Secondo Morris, tuttavia, i sondaggi possono essere ignorati da Trump poiché "astratti", ma lo stesso non può succedere con le vaste proteste di piazza, in quanto queste rappresentano una risposta concreta e tangibile alle politiche dell’amministrazione Trump, capace di fomentare ulteriori oppositori e motivarli ad attivarsi concretamente contro il governo.

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