Consenso in discesa per Trump: il 49,1% degli americani disapprova il suo operato

A poco più di due mesi dall’inizio del suo secondo mandato, il tasso di approvazione di Donald Trump è già in negativo. Secondo la media dei sondaggi elaborata da George Elliott Morris – ex direttore editoriale del sito di analisi politiche 538 – oggi il 49,1% degli americani disapprova l’operato del presidente mentre il 47,4% lo approva, per un tasso di approvazione netto di -1,7 punti percentuali. Ancora più negativo nei confronti di Trump il modello elaborato dall’Economist, che attualmente mostra un tasso di approvazione netto del -4,8%. Secondo Morris, Trump aveva iniziato il suo mandato con un tasso di approvazione di +8,6%, ma a inizio marzo la percentuale di opinioni negative aveva superato quella delle opinioni positive. L’Economist, invece, già nei primi giorni della presidenza Trump mostrava un tasso di approvazione del -0,3%. Sembra dunque che la fase di “luna di miele” tra Trump e l’elettorato americano sia già finita – se è mai iniziata. Un calo fisiologico, che nella storia delle amministrazioni più recenti si è quasi sempre registrato dopo le prime settimane di governo, quando vengono prese le prime decisioni inevitabilmente divisive per almeno una parte dell’elettorato. Ma il tasso di approvazione di Trump è più negativo rispetto a quello dei suoi predecessori nello stesso periodo del loro mandato, con una sola eccezione: Trump stesso. A poco più di due mesi dall’inizio della loro presidenza, Barack Obama e George W. Bush registravano un tasso di approvazione netto di +32 punti percentuali . Anche Joe Biden aveva un tasso di approvazione decisamente più alto a questo punto del suo mandato: +16% . Intorno al 25 marzo 2017, Trump registrava invece un tasso di approvazione di -8 punti percentuali. Le questioni che stanno più a cuore agli americani Secondo i sondaggi dell’Economist, il 24% degli americani indica l’inflazione come la questione più importante: la stessa percentuale che si registra ormai da quasi più di un anno. Al secondo posto, con il 12%, a pari merito, l’economia e il sistema sanitario. Attualmente, l’economia e il lavoro sono indicati come la principale questione da risolvere dall’11% dei repubblicani: una percentuale in calo rispetto a fine 2024, quando ammontava al 15%. L’immigrazione è scesa all’8% dopo aver toccato un picco del 14% a inizio 2024, principalmente grazie al calo della percentuale di repubblicani che la indica come il principale problema, passata dal 30% di inizio 2024 all’attuale 15%. Le tasse e le spese governative sono la questione che sta più a cuore al 7% degli americani, una quota in aumento rispetto al 5% del 2024, probabilmente a causa dell’enfasi posta sul tema da parte del governo Trump e da Elon Musk. Infine, i diritti civili sono indicati dal 7% degli americani, ma si registra un leggero aumento tra la percentuale di democratici che la indica come il problema più pressante, passata dall’8% dell’anno scorso all’attuale 11%.

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