Perché il futuro delle crypto passa dal "perdono" di Trump all’imprenditore Bankman-Fried

Sam Bankman-Fried, ex capo di FTX e nemesi del mondo delle criptovalute, è la figura al centro di un complesso processo federale statunitense da cui dipenderà in modo sostanziale il futuro dell’industria crypto. Dopo l’arresto avvenuto alla fine del 2024, è stato inizialmente programmato che Bankman-Fried comparisse di fronte a una corte distrettuale a Manhattan nei primi mesi del 2025. Le udienze preliminari si sono svolte tra gennaio e febbraio, mentre il dibattimento è previsto per l’estate, salvo ulteriori rinvii o accordi extra-giudiziali. La novità, però, è che Bankman-Fried avrebbe intensificato i propri sforzi per ottenere un presidential pardon dal presidente Donald Trump. Secondo un articolo del New York Times, ‘SBF’ “sta investendo somme considerevoli per ingaggiare consulenti politici in grado di fargli guadagnare l’attenzione e il sostegno di Trump e del suo entourage”. L’imprenditore, stando alle ricostruzioni, sta seguendo un percorso piuttosto atipico per un imputato di reati finanziari così gravi: anziché concentrarsi sulla difesa in sede legale, punta a sfruttare i rapporti maturati con esponenti del mondo repubblicano e alcuni volti di spicco dell’informazione di destra. Per comprendere le ragioni di questa strategia bisogna guardare alla storia di FTX. Fondata dallo stesso Bankman-Fried nel 2019, la piattaforma ha conosciuto un’ascesa fulminante anche grazie ad accordi di sponsorizzazione di grande impatto mediatico. Nel giro di tre anni FTX era passata dall’essere un progetto embrionale a uno degli exchange più noti e apprezzati dagli investitori, con miliardi di dollari in volumi di scambio quotidiani. Tuttavia, a fine 2024, una serie di rivelazioni su presunte gestioni poco trasparenti dei fondi e su possibili manipolazioni del mercato hanno portato al congelamento dei conti dei clienti. Nel giro di poche settimane, FTX è andata in bancarotta, lasciando dietro di sé un buco finanziario di proporzioni enormi e innescando una reazione a catena nel mondo crypto. Una delle più grandi catastrofi finanziarie dell’era digitale, come l’ha definita di recente il Wall Street Journal, aggiungendo che “Sam Bankman-Fried non sembra affatto intenzionato a fare un passo indietro: il suo obiettivo dichiarato è rimanere al centro della scena, anche politica, per salvaguardare ciò che resta della sua reputazione”. Il giovane imprenditore vede in Trump un potenziale alleato di circostanza e, nel contempo, un personaggio che ha dimostrato apertura verso l’universo delle criptovalute. I bene informati raccontano di colloqui riservati tra Bankman-Fried e personaggi molto vicini a Trump, in cui si sarebbe discusso di possibili vantaggi economici e di image building reciproco. Il perdono presidenziale potrebbe da un lato riportare in sella un figliol prodigo del mondo crypto, e dall’altro confermare la nuova reputazione di Trump politico crypto-friendly. Secondo quanto riportano i media americani, la difesa di Bankman-Fried cercherà di sincronizzare la sua strategia a questa scommessa politica: più il dibattito pubblico si concentra sul crypto, più aumenta la probabilità che una mossa clamorosa come il perdono presidenziale sia considerata come un’opzione percorribile. Il percorso giudiziario di Bankman-Fried resta però fitto di incognite. Prima di tutto, dovrà affrontare le accuse di frode, uso improprio di fondi dei clienti e violazioni delle leggi sui titoli. Qualora venisse riconosciuto colpevole, le pene potrebbero essere molto severe, minando ogni speranza di tornare protagonista nella finanza. Ma nel complicato intreccio tra giustizia e politica, un’eventuale mano tesa dall’alto potrebbe cambiare il corso degli eventi. Nei prossimi mesi, l’attenzione rimarrà concentrata non solo sulle aule di tribunale, ma anche sui retroscena politici di questa vicenda. Se la caccia al presidential pardon da parte di Bankman-Fried dovesse concretizzarsi, segnerebbe un precedente molto discusso, capace di ridefinire i rapporti tra imprenditoria della finanza digitale e potere politico negli Stati Uniti. E mentre l’estate del 2025 si avvicina, ciò che oggi appare un azzardo potrebbe presto trasformarsi nell’ennesimo colpo di scena di una storia breve ma già lunga.

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