Esplora tutte le offerte Sky

Viaggiare negli Usa, l'ESTA e cosa sapere prima di partire

Mondo
I titoli di Sky Tg24 del 24 marzo, edizione delle 13
NEWS
I titoli di Sky Tg24 del 24 marzo, edizione delle 13
00:01:38 min

Dopo alcuni casi di turisti detenuti in centri di immigrazione per giorni, cerchiamo di fare chiarezza su cosa succede ai controlli degli aeroporti americani

PlayCreated with Sketch.
ascolta articolo

Uno scienzato francese fermato ai controlli e rimandato indietro. Due turisti tedeschi e una britannica detenuti per giorni. Sono questi i casi avvenuti negli Stati Uniti che stanno facendo preoccupare i viaggiatori internazionali. Cerchiamo di capire cosa serve sapere prima di arrivare negli aeroporti americani.

Prima di partire: l'ESTA (per i Paesi Ue)

Chi vuole entrare negli Stati Uniti, e non è cittadino americano, deve innanzitutto avere un passaporto valido e non in scadenza nei successivi sei mesi. Poi, deve chiedere, a seconda del Paese di cui è cittadino, o un visto, o l'ESTA, che è un'autorizzazione di viaggio digitale (vale per tutti i Paesi Ue, che possono beneficiare del programma di esenzione dal visto). Sia il visto, che l'autorizzazione, non garantiscono però l'ingresso negli Stati Uniti. L'ESTA vale per 43 Paesi e permette di viaggiare per gli Usa per 90 giorni. Costa 21 dollari e dura due anni. Ci sono dei casi in cui può essere rigettata la richiesta (ad esempio se avete visitato Cuba dopo il gennaio 2021) e in quel caso bisogna fare una domanda per il visto.

Prima di partire: il visto (non serve per gli italiani)

Il visto può essere di tre tipi: turistico, lavorativo o un ibrido. Per riceverlo bisogna sostenere un colloquio (ci sono delle eccezioni) al costo di 185 dollari. Questo visto può avere una durata fino a dieci anni, ma la persona può stare negli Usa per un massimo di sei mesi. 

Cosa viene chiesto ai controlli: primo step

Quando un viaggiatore arriva ai controlli degli aeroporti americani, i funzionari dell'immigrazione fanno delle domande di routine sullo scopo, la durata e la meta del soggiorno. È importante fornire informazioni esatte e chiare, sia nella fase di visto/autorizzazione, che in quella del colloquio.

Cosa viene chiesto ai controlli: secondo step

Gli agenti possono fare anche altre domande o chiedere di visionare cellulari o computer. In tutti i casi, è preferibile rispondere ed eseguire, per evitare conseguenze: come il divieto di ingresso o ulteriori accertamenti. La CBP (dogana e protezione delle frontiere degli Stati Uniti) spiega come la perquisizione dei dispositivi elettronici avvenga in pochissimi casi: nel 2024, si è verificata nel meno dello 0,01% sul totale dei viaggiatori internazionali. Il controllo di cellulari o pc può avvenire in modo rapido, se l'agente prende il cellulare e fa delle domande su quello che trova, o può essere di tipo avanzato, se viene chiamato un tecnico per analizzare o copiare i dati.

Diritti dei viaggiatori

Il New York Times cita Jeff Joseph, un avvocato esperto in materia di immigrazione, che spiega come i cittadini che ottengono l'ESTA, perdono diversi diritti, tra cui quello di poter contestare la deportazione, e questo può quindi portare a detenzione obbligatoria. Sempre secondo la testata americana, nel caso in cui gli agenti ritengano che un viaggiatore non possa essere ammesso negli Usa, questa persona può ritirare la propria intenzione di entrare nel Paese ed essere autorizzato a prendere un volo di rientro. Ma un funzionario può negare questo "ritiro di intenti" e a quel punto il viaggiatore viene detenuto. Dato che tutto questo avviene tecnicamente fuori dal Paese, non si applicano i diritti della costituzione americana e quindi i detenuti potrebbero non avere quello di chiedere un avvocato. Il governo ha 90 giorni a quel punto per deportare la persona, eccetto estensioni per non collaboratività da parte del soggetto.

Il Washington Post consiglia addirittura di partire muniti di un numero di telefono di un avvocato esperto in immigrazione o di un altro contatto di emergenza da chiamare.

Mondo: I più letti