Migranti, cosa prevede il nuovo regolamento Ue sui rimpatri. Il piano della Commissione

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Introduzione

Come illustrato dal Commissario europeo per gli Affari interni e la migrazione Magnus Brunner durante la sessione plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo, la riforma mira a modificare le norme sul ritorno in patria degli dei migranti irregolari

Quello che devi sapere

Obiettivo

  • Scopo del regolamento Ue che modifica una direttiva del 2008 è di facilitare i rimpatri di persone alle quali non è stato riconosciuto il diritto a rimanere sul territorio europeo. Secondo dati dell’esecutivo comunitario, negli ultimi anni circa il 20% di coloro che sono stati raggiunti da un provvedimento di espulsione hanno fatto effettivamente ritorno in patria. “La Commissione propone regole fondamentali per salvaguardare lo spazio di libera circolazione dell’Unione Europea e rafforzare in modo significativo la fiducia nel sistema comune di asilo e migrazione”, ha sottolineato Brunner

Per approfondire:

Migranti, lo speciale di Sky TG24

Obiettivo

Verso un modello comune

  • Il piano presentato da Bruxelles propone la creazione di un modello comune, condiviso sul database di Schengen, che faciliterebbe per i governi l’accesso agli ordini di espulsione emessi dagli altri Stati membri. Obiettivo della misura è rendere omogeneo in tutta l’Ue ciascun provvedimento di rimpatrio, soprattutto nei confronti di coloro che provano ad aggirare il decreto spostandosi da uno Stato all’altro. La nuova normativa punta a incentivare i rimpatri volontari offrendo assistenza alla reintegrazione e incentivi economici

Rimpatri forzati

  • Il piano introduce poi una stretta con l'obbligo di rimpatri forzati che scatterebbero in caso di mancata cooperazione, fuga in un altro Stato membro, superamento dei termini previsti o rischi per la sicurezza. In ultima istanza viene allungato a 24 mesi il periodo massimo di detenzione, 6 in più rispetto a quanto previsto attualmente

Nascono i Return hubs

  • Un secondo aspetto riguarda la nascita dei return hubs, centri da costruire in Paesi terzi dove trasferire i migranti già raggiunti da provvedimenti di espulsione. Dalla permanenza nei centri sarebbero però escluse le famiglie con minori e i minori non accompagnati. Secondo la proposta avanzata della Comissione spetterebbe alle singole capitali dover negoziare gli accordi con i Paesi terzi seguendo le linee guida del regolamento a partire dal rispetto dei diritti umani e di un monitoraggio indipendente

Ue: "Differenza con centri Albania"

  • Come spiegato in una conferenza stampa, Brunner marca le distanze tra la proposta europea di return hubs e i centri italiani per i migranti costruiti in Albania. "Il protocollo Italia-Albania riguarda i richiedenti asilo mentre gli hubs per i rimpatri riguardano persone che si sono già viste rifiutare la domanda d’asilo”, ha precisato il Commissario europeo agli Interni

Il rapporto con i Paesi terzi

  • La riforma Brunner punta poi a favorire la collaborazione con i Paesi d’origine che si mostrano sempre più reticenti ad accogliere i connazionali espulsi dall’Unione Europea. Nelle ultime settimane tra Francia e Algeria è salita la tensione dopo che Algeri ha introdotto ostacoli ai rimpatri nel suo territorio di irregolari condannati per terrorismo e incitamento all'odio

L’iter

  • Con la presentazione del piano europeo sui migranti si apre la strada alla revisione legislativa da parte di Consiglio e Parlamento Ue. In caso di approvazione, frutto di un’intesa tra i 27, il regolamento avrà pieni effetti su tutto il territorio comunitario. L'introduzione del meccanismo è attesa per luglio 2027, un anno dopo l'entrata in vigore del Patto sulla migrazione. Entro giugno di quest’anno poi la Commissione darà la lista dei Paesi sicuri completando così il quadro normativo

Le polemiche

  • La proposta della Commissione sui rimpatri ha acceso il dibattito politico a livello europeo, con un plauso da parte dei partiti conservatori (Ppe, Ecr, Patrioti) e le critiche di progressisti (Pse, Verdi, Sinistra). Sul tema si profila il rischio di una spaccatura nella maggioranza che sostiene Ursula Von Der Leyen

Fdi: “Proposta segue modello Italia”

  • Dal governo italiano arriva un primo sostegno al piano europeo con il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti che parla di "quadro solido ed equo”. Per l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini il nuovo regolamento Ue “mostra un approccio severo che va persino oltre il protocollo Italia-Albania e si avvicina al modello Ruanda proposto in Inghilterra

Pd: "Esternalizzazione frontiere"

  • Un "no" agli hub Ue è arrivata dai socialisti europei così come dai Verdi secondo i quali la proposta "asseconda i populisti". Dubbi sono stati espressi anche dalla confederazione dei sindacati europei. "Siamo di fronte alla formalizzazione della gestione dell'esternalizzazione delle frontiere nei meccanismi di rimpatri che possono verificarsi solo con il consenso dei Paesi d'origine", attacca Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione Pd

Hubs, Ong in allarme

  • Critiche arrivano da alcune organizzazioni non governative. "Questa proposta non prende in considerazione misure che possano davvero favorire l’inclusione sociale e la regolarizzazione”, spiega Silvia Carta, dirigente di Picum, piattaforma per la cooperazione internazionale sui migranti irregolari

Per approfondire: 

Migranti Albania-Italia, le conclusioni della Corte di Giustizia Ue ad aprile