I numeri del primo mese di governo Trump

L’anno scorso la campagna elettorale di Donald Trump si è basata perlopiù su due promesse: abbassare l’inflazione e diminuire il numero di immigrati irregolari negli Stati Uniti. Con tutta probabilità, entrambe sono state decisive nel consegnargli la vittoria alle elezioni di novembre, poiché, secondo i sondaggi della vigilia, proprio inflazione e immigrazione erano due tra i temi più salienti per l’elettorato statunitense. Trump ha anche promesso che, non appena preso il potere, i suoi provvedimenti sarebbero stati immediati e drastici. Ed effettivamente, l’azione di governo è stata fin da subito travolgente: nel suo primo mese di mandato, il presidente ha firmato una valanga di ordini esecutivi – 73, per la precisione, 26 dei quali solo il primo giorno – che hanno toccato le questioni più diverse, dall’eliminazione del diritto di cittadinanza per nascita , ai tagli al budget delle agenzie federali, dall’annuncio dell’imposizione di dazi commerciali ai partner degli Stati Uniti, alla riduzione o l’annullamento di varie norme ambientali. Ma, nella pratica, a quali risultati hanno portato questi provvedimenti? Il Financial Times ha analizzato alcuni trend relativi all’immigrazione e all’inflazione, e più in generale alla situazione economica degli Stati Uniti dopo il primo mese di governo Trump. Nel mese di gennaio i prezzi al consumo sono continuati a crescere del 3% rispetto all’anno precedente, in parte a causa dell’aumento del costo delle uova, più che raddoppiato rispetto all’anno scorso. Oltretutto, è troppo presto per valutare gli effetti dei dazi imposti da Trump sui principali partner commerciali degli Stati Uniti, il cui solo annuncio ha già causato l’aumento del prezzo di alcuni materiali e beni di consumo. Per paura di dover affrontare in futuro prezzi più alti dovuti ai dazi, infatti, i trader e le aziende statunitensi stanno facendo scorta di metalli come l’alluminio, causandone un aumento della domanda e quindi del prezzo, che nel giro di poche settimane è quasi raddoppiato. Per quanto riguarda l’immigrazione, secondo i dati della polizia di frontiera degli Stati Uniti con l’arrivo di Trump gli attraversamenti illegali del confine sono calati drasticamente dagli oltre 47 mila di dicembre 2024 ai circa 29 mila di gennaio. Un dato mensile così basso non si registrava da febbraio 2021. Tuttavia, un'altra promessa e pilastro della politica migratoria del governo Trump – oltre alla diminuzione degli arrivi – era quello dell’espulsione degli immigrati irregolari presenti sul suolo statunitense. Nonostante l’attuale amministrazione stia portando avanti una campagna di comunicazione incentrata sull’elogio dell’azione dell’ICE e le deportazioni portate avanti da quest’ultima, secondo i dati del Dipartimento di sicurezza interna degli Stati Uniti l'amministrazione Trump ha espulso 37.660 persone nel suo primo mese di mandato: molte meno rispetto alla media mensile di circa 57 mila espulsioni e rimpatri portati avanti lo scorso anno dal governo Biden.

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