I numeri degli incendi negli Usa e in California dagli anni '80 a oggi

Gli incendi che da inizio gennaio stanno colpendo la città di Los Angeles sono diventati uno dei disastri naturali più costosi della storia degli Stati Uniti. Secondo una stima elaborata pochi giorni fa dal servizio di previsioni meteorologiche Accuweather, i danni materiali provocati ai territori colpiti, la perdita di vite umane, l'assistenza sanitaria, le interruzioni delle attività economiche e altre conseguenze di carattere economico, costeranno alle popolazioni colpite e i contribuenti americani tra i 250 e i 270 miliardi di dollari. Oltre al danno economico, 28 persone hanno perso la vita, oltre 150 mila hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni e più di 15 mila immobili sono andati distrutti. Il bilancio è così drammatico perché gli incendi, aggravati dal forte vento, hanno colpito una delle aree più popolose degli Stati Uniti. I dati storici sugli incendi negli Stati Uniti Ma la California e gli stessi Stati Uniti hanno una lunga storia di incendi, che negli ultimi due decenni stanno diventando sempre più devastanti. In media, da dieci anni a questa parte, bruciano ogni anno quasi 28.500 mila chilometri quadrati di territorio: un’area di poco inferiore a quella del Belgio. Il sito di informazione USA Facts ha analizzato i dati disponibili a partire dal 1983 – anno in cui le agenzie federali anti incendi hanno iniziato a tracciare il fenomeno – scoprendo che negli ultimi anni, a causa del surriscaldamento globale, non solo è aumentato il numero di chilometri quadrati di territorio andati a fuoco, ma anche il costo relativo alla soppressione degli incendi. Dal 1983 in poi, le agenzie federali hanno tenuto traccia di un totale di circa 2,9 milioni di incendi, che hanno dato alle fiamme circa 875.000 chilometri quadrati di territorio statunitense: si tratta di quasi il doppio dell’intera California e quasi tre volte l’estensione del territorio italiano. Tra gli anni ‘80 e oggi il numero di incendi non ha subito particolari variazioni, toccando dei picchi nel 1996 e nel 2006, quando si sono verificati circa 96.400 incendi all’anno. È aumentata però la loro gravità ed estensione, sintomo di come questi eventi catastrofici, nonostante non siano diventati più frequenti, siano oggi molto più devastanti di un tempo. Se tra la metà degli anni ‘80 e la fine degli anni ‘90 la media di chilometri quadrati di territorio statunitense andati a fuoco era di circa 12.000 all’anno, tra il 2000 e il 2013 questo dato è più che raddoppiato, passando a quasi 27.500 km2, per poi toccare i quasi 28.500 km2 relativo agli ultimi ultimi dieci anni. Prima del 2000, in molti anni andarono a fuoco meno di 8.000 km2 di territorio all’anno, con un picco massimo di quasi 25.000 km2 nel 1996. Tra il 2000 e il 2023, invece, in ben dieci anni distinti si è superata quota 34.000 km2 di territorio bruciato. Nel 2015 nel, 2017 e nel 2020, si sono addirittura superati i 40.000 km2: ciò significa che in ognuno di questi anni è andata in fumo un’area di territorio quasi equivalente all’estensione territoriale dei Paesi Bassi. Per quanto riguarda il costo della soppressione degli incendi, anche questo negli ultimi anni è andato aumentando: tenendo conto dell’inflazione, prima del 2000 estinguere gli incendi costava meno di 2 miliardi di dollari all’anno, per poi passare agli oltre 3 miliardi annui degli ultimi cinque anni. Nel 2021 si è registrata una spesa record di oltre 5 miliardi di dollari. Questi dati non includono i costi relativi ai danni provocati dagli incendi, che come abbiamo visto nel caso di Los Angeles possono far lievitare i costi complessivi fino a toccare cifre astronomiche: il surriscaldamento globale non solo uccide e distrugge, ma colpisce anche il portafoglio.

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