Perché Musk ce l’ha così tanto con la politica britannica?

Il proprietario di X, Tesla e SpaceX non risparmia bordate a diverse cancellerie europee, ma i suoi tentativi di interferenza nel Regno Unito appaiono particolarmente aspri e marcati. Perché? Quello di Elon Musk è un bombardamento continuo, costante. Innanzitutto nei confronti del primo ministro, Keir Starmer, al quale il patron di X ha dichiarato guerra appena insediatosi, sei mesi fa, a Downing Street. All’inizio del mese di agosto, il Regno Unito era stato attraversato da una serie di disordini che avevano infiammato vaste aree del Paese. Il proprietario di Tesla era intervenuto, utilizzando la sua piattaforma social, per dichiarare che la nazione che da ormai lungo tempo vanta una “relazione speciale” con l’America si trovava “sull’orlo di una guerra civile”. Parole pesanti che sicuramente non sono servite ad abbassare la tensione. Da allora la situazione non ha fatto che peggiorare fino ad arrivare a un gesto clamoroso: il tycoon ha fissato sulla bacheca del proprio account X un sondaggio in cui si chiede se l’America dovrebbe “liberare i britannici da un governo tirannico”. Post che naturalmente è diventato immediatamente virale, con buona pace di Larry the Cat, l’account che segue con tipico humour la politica britannica e porta il nome del gatto della residenza del Primo ministro. Larry ha osservato che “un tiranno è chi governa esercitando un potere assoluto in modo duro o crudele”, aggiungendo poi, rivolgendosi direttamente a Musk “i tuoi follower sanno di cosa parlo”. In maniera assolutamente spregiudicata, Musk ha alimentato una serie di false notizie sull’amministrazione Starmer. Una delle più gravi riguarda l’accusa di essere compiacenti nei confronti di organizzazioni criminali che sfruttano minori. Accuse che hanno portato a minacce di morte all’indirizzo della ministra competente, Jess Phillips. “Coloro che diffondono bugie e disinformazione nella maniera più vasta possibile, lo fanno solo nel loro interesse", la risposta data dal premier, visibilmente frustrato, ai giornalisti, in un giorno in cui avrebbe voluto tanto parlare di cosa il governo sta cercando di risollevare le sorti di un sistema sanitario nazionale ormai allo stremo, e invece si è ritrovato, ancora una volta, la conferenza stampa monopolizzata dal tema Musk. Ma perché il tycoon sembra così interessato a intervenire nella politica britannica? Le sue bordate, ben inteso, non hanno come obiettivo solo il Regno Unito: ne sanno qualcosa il presidente francese, Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Molto apertamente Musk simpatizza per il Rassemblement National di Marine Le Pen in Francia e per Alternative für Deutschland, la formazione xenofoba di estrema destra, in Germania. Tra le cancellerie del Vecchio Continente c’è in generale un forte nervosismo, di cui si fa portavoce in primis la Commissione europea. Bruxelles chiede che il patron di X assicuri “che la sua piattaforma operi entro i limiti legali e che non venga utilizzata in modo improprio” qualora sussistano “rischi sistemici relativi, ad esempio, ai processi elettorali'" Ma l’attenzione per il Regno Unito appare superiore e più pervasiva. Per qualche commentatore britannico “Musk agisce come un bambino con un nuovo giocattolo”. Niente di più. E ci sarebbe anche da sperarlo, perché i bambini, si sa, si stancano presto. Ma la realtà potrebbe essere un’altra, e cioè l’uomo più ricco del mondo, nonché braccio destro di Donald Trump, sta perseguendo degli obiettivi precisi, con una disinvoltura che neanche il presidente eletto può pensare di avere. Tra i più grandi sostenitori della nuova amministrazione americana c’è Nigel Farage, leader di Reform Uk, partito che nello spettro parlamentare britannico si pone alla destra dei conservatori. Farage, populista, nazionalista e primo sostenitore della Brexit , all’ottavo tentativo ce l’ha fatta a entrare in Parlamento. E l’ha fatto raggiungendo, alle elezioni del 4 luglio, risultati considerevoli. Non solo si è assicurato 5 seggi , ma questi potrebbero anche aumentare nei prossimi mesi in caso di suppletive. Il dato più importante è stato però un altro: ha ottenuto tre milioni di voti, diventando il terzo partito in termini di consensi. Farage potrebbe però essere solo “l’utile idiota” per le nuova amministrazione americana. Ciò che più conta potrebbe essere in realtà il partito in sé, Reform Uk, considerato – se non altro per prossimità linguistica e storica – il giusto cavallo di troia per scardinare l’Europa così come si presenta ora . Mentre il partito di governo britannico parla di “reset” delle relazioni con Bruxelles, è cruciale che un partito come Reform assuma ancora più forza e al tempo stesso sia facilmente manipolabile. In questo senso potrebbe essere eletto il clamoroso attacco fatto da Musk a Farage nel fine settimana. Quest’ultimo aveva da poco concluso un’intervista con la BBC in cui decantava le notevoli qualità dell’amico Elon, quando si è ritrovato etichettato da quest’ultimo come “inadatto a guidare il partito”. La colpa del politico inglese? Quello di non essersi schiarato a fianco del magnate nel chiedere la scarcerazione di un estremista di destra, condannato a 18 mesi per oltraggio, che ha avuto un ruolo da protagonista nel fomentare i disordini dell’estate scorsa. L’atteggiamento di Musk nei confronti dell’”amico” è stato quello di un bullo. Ha il valore dell’avvertimento: se non si fa come dico io, ci impiego un attimo a buttare tutto a mare. Per Musk, dunque, Reform ha ora bisogno di un nuovo leader. E chi potrebbe mai essere? In un momento di confusione generale, in cui sembra esserci la corsa a chi la spara più grossa, un nome sta affiorando in superficie, ed è di quelli che erano stati dati, nel panorama politico britannico, per morti. Si tratta di persona che dietro le quinte non ama stare e che sicuramente, nel suo intimo, sogna il ritorno: Boris Johnson. Quest’ultimo, però, è da sempre un incrollabile sostenitore dell’Ucraina, e questo aspetto, tra altri, potrebbe far si che il rumour che circola in questi giorni e che, appunto, lo riguarda, resti pura fantapolitica anche nei mesi e anni futuri.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Perché Musk ce l’ha così tanto con la politica britannica?