Per il presidente di Arera Besseghini "il sistema si era già preparato a questa ulteriore interruzione che era annunciata da tempo". E il ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin rassicura sulle "scorte adeguate"
Il 2025 si è aperto con un nuovo colpo sferrato dall'Ucraina alla Russia, che potrebbe essere destinato a produrre conseguenze destabilizzanti anche in Europa. Come annunciato nei giorni scorsi, Kiev ha ufficialmente interrotto il transito di gas russo attraverso il proprio territorio, non rinnovando un accordo con Mosca che garantiva forniture a Slovacchia, Repubblica Ceca, Austria e Ungheria. La stretta, adottata per tagliare i fondi all'industria bellica del nemico, è stata definita da Volodymyr Zelensky come "una delle più significative sconfitte" di Vladimir Putin, anche se allo stesso tempo ha creato allarme in Ue per un possibile aumento dei prezzi. Bruxelles, per arginare una potenziale crisi, è corsa ai ripari prevedendo quattro rotte alternative, ma dai Paesi membri più esposti alla chiusura del canale ucraino sono arrivati messaggi di preoccupazione. Non ci sarebbe tuttavia nessun allarme per l’Italia dall’ulteriore stop di Gazprom ai flussi in transito verso l’Europa via Ucraina. Se si guarda agli ultimi dati di Snam, emerge che dallo snodo di Tarvisio, attraverso cui passa il gas russo, sono arrivati a dicembre 526 milioni di metri cubi, a fronte di una domanda per il 2024 stimata attorno ai 61 miliardi di metri cubi, scrive il Sole 24 Ore. Del gas arrivato da Tarvisio a dicembre, però, solo una piccola parte è giunta da Mosca, mentre il grosso proviene dagli stoccaggi austriaci e dalla Germania, da dove stanno aumentando i flussi dopo l’eliminazione della tassa sull’export.
Il ministro Fratin: "Scorte adeguate"
Ieri è intervenuto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha definito le scorte "adeguate", ma ha annunciato "ulteriori misure per massimizzare la giacenza al fine di affrontare con tranquillità la stagione invernale in corso", lanciando un appello all’Europa "ad agire con soluzioni concrete, come quella del price cap, in grado di proteggere tutti i Paesi in egual misura con percorsi di regolamentazione e di obiettivo per la riduzione dei prezzi dell’energia".
Arera: "No a inutili allarmismi"
Occorre evitare inutili allarmismi, suggerisce il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, che ha parlato al Sole 24 Ore. "Il sistema si era già preparato a questa ulteriore interruzione che era annunciata da tempo", ha spiegato. "Certo, è probabile che questo nuovo stop provochi qualche pressione nella risalita dei prezzi, ma sarà soprattutto quella parte dell’Europa dell’Est ancora dipendente dal gas russo, a cominciare dalla Slovacchia, a scontare i maggiori rialzi. Per cui come Italia esporteremo più gas verso quelle aree come abbiamo fatto con l’Austria negli ultimi mesi, ma non ci saranno impatti diretti sulle nostre forniture", ha dichiarato Basseghini.