Siria, ribelli alle porte di Damasco, caduta Homs. Mistero su Assad. Usa: regime in bilico

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Possibile svolta nell'avanzata dei miliziani antigovernativi che si troverebbero a un passo dalla capitale Damasco. La situazione dei circa 300 italiani nel Paese "è sotto controllo", ha detto Tajani, ma Roma è comunque pronta alle evacuazioni, per le quali "ci sono già richieste". Proposti colloqui a Ginevra con regime e ribelli. Per Bloomberg il presidente siriano sarebbe disponibile a valutare un'intesa, anche per garantirsi un esilio sicuro

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Ancora tensione altissima in Siria. I ribelli sono entrati a Homs, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Inoltre, dopo aver preso anche il controllo della città di Quneitra nel Golan, al confine con Israele, sarebbero ormai arrivati alla periferia della capitale Damasco. Gli Usa invitano i propri connazionali a lasciare il Paese, mentre Israele rafforza il presidio dell'Idf sul Golan perché ritiene che l'esercito siriano possa crollare a breve. Non è chiaro dove si trovi il presidente siriano Assad. Secondo Bloomberg, che cita fonti informate, sarebbe a Teheran e sarebbe pronto a un accordo, anche per un esilio sicuro. La presidenza siriana in giornata aveva detto che le voci che davano Assad in fuga da Damasco erano false. Trump, intanto, fa sapere che, a suo avviso, gli Stati Uniti "non dovrebbero farsi coinvolgere" in questa guerra (MEDIO ORIENTE, GLI AGGIORNAMENTI LIVE).

Usa: “Regime di Assad potrebbe cadere in pochi giorni”

Secondo gli Usa, inoltre, come riportato dalla Cnn che cita un'analisi di alti funzionari americani, il regime di Bashar al-Assad cadrà in pochi giorni. "Probabilmente entro il prossimo fine settimana Assad avrà perso ogni parvenza di potere", ha sottolineato una delle fonti precisando che "l'unica cosa che potrebbe fermare l'avanzata dei ribelli sarebbe un colpo di Stato ben organizzato ma Assad ha fatto un buon lavoro nel soffocare ogni potenziale rivale".

Cnn: “Assad risulta introvabile a Damasco”

Ma dov'è il presidente siriano Bashar al-Assad? Non si trova da nessuna parte a Damasco, secondo la Cnn che cita una fonte a conoscenza della situazione. Come detto, la linea ufficiale dell'ufficio del presidente siriano è che Assad non sia fuggito dalla capitale. Ma la fonte sostiene che Assad non si trovi in nessuno dei luoghi della città in cui ci si aspetterebbe di trovarlo. E la guardia presidenziale di Assad non è più schierata nel suo solito luogo di residenza, come dovrebbe se fosse lì, ha detto la fonte, alimentando le speculazioni che possa essere fuggito da Damasco, probabilmente alla volta di Teheran.

Esercito siriano: “Rafforziamo la difesa a Damasco e nel sud”

L'esercito siriano intanto ha dichiarato di aver rafforzato le sue linee di difesa intorno a Damasco e nel Sud, mentre il panico si diffonde nella capitale dopo che i ribelli hanno dichiarato di essere vicini alla città. "Le nostre unità armate stanno rafforzando le loro linee in tutta la campagna di Damasco e nella regione meridionale", ha affermato un portavoce del Comando generale dell'esercito e delle forze armate in una dichiarazione televisiva. Ha anche affermato che l'esercito sta lanciando operazioni contro i ribelli nelle "campagne di Hama e Homs (nella Siria centrale) e nella campagna settentrionale di Daraa" nel Sud.

Proposti colloqui a Ginevra con regime e ribelli siriani

Intanto le potenze occidentali, l'Onu e l'Unione Europea si sono dette d'accordo oggi nell'avviare a Ginevra colloqui inter-siriani per gestire il post-Assad ed evitare "un bagno di sangue" in Siria, coinvolgendo nei negoziati sia esponenti "presentabili" del governo siriano - esclusi quindi Bashar Assad e il fratello - sia rappresentanti di Hayat Tahrir ash Sham (Hts), la coalizione jihadista a guida dell'offensiva militare cominciata il 27 novembre scorso. Lo si apprende da un documento riservato, visionato dall'ANSA, della riunione svoltasi oggi a Doha, tra i rappresentanti di Usa, Francia, Germania, Regno Unito, Ue e Onu.

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La situazione degli italiani

"L'ambasciata è pronta a organizzare evacuazioni, abbiamo già richieste. Il governo è pronto a fare il necessario sia con iniziative nazionali che Onu per l'uscita in sicurezza dei cittadini", ha detto Tajani al termine della riunione all'Unità di crisi della Farnesina in cui il ministro si è collegato con tutti gli ambasciatori italiani nella regione. "Faremo in modo che tutti coloro che vogliono laciare la Siria possano farlo", ha aggiunto. "Al momento" comunque "non ci sono preoccupazioni" per i nostri connazionali, che sono circa 300. "Alcuni sono riusciti a lasciare il Paese. Tutti sono in contatto con la nostra ambasciata a Damasco. La situazione è sotto controllo", ha specificato Tajani. "L'obiettivo che sosteniamo è la soluzione politica, non militare che permetta di garantire pace e stabilità in Siria, che è parte importante della stabilità in Medio Oriente. Abbiamo fiducia e sosteniamo il confronto in corso a Doha" fra Iran, Russia e Turchia, "e ci auguriamo che da quell'incontro si possa trovare un accordo con una soluzione politica, che incoraggiamo tutte le parti a perseguire", ha detto Tajani, che ha sottolineato come sulla Siria ci sia un "costante contatto" tra i partner del G7.

Siria

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"Al momento non ci sono preoccupazioni," per i cittadini italiani in Siria. Lo ha affermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando che sono circa 300 gli italiani che vivono in Siria, 7 dicembre 2024.
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La cartina della situazione in Siria pubblicata dalla Farnesina - ©Ansa

Via i militari iraniani e russi

L'Iran intanto ha iniziato a evacuare i comandanti militari di alto rango e altri funzionari dalla Siria, tra cui capi della forza Quds del corpo delle guardie rivoluzionarie, diplomatici con le loro famiglie e civili. Le evacuazioni sono iniziate ieri mattina. A riferirlo il New York Times, che cita funzionari regionali e iraniani. Il quotidiano statunitense riporta poi che alcuni funzionari hanno lasciato la Siria in aereo, mentre altri sono partiti via terra diretti in Libano, in Iraq e nella città portuale siriana di Latakia. Stessa cosa per i militari russi, che stanno abbandonando le loro posizioni al confine. "È inammissibile consentire a un gruppo terroristico di prendere il controllo del territorio in violazione degli accordi esistenti, a partire dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu che ha ribadito la sovranità, l'integrità territoriale e l'unità della Repubblica araba di Siria", ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, da Doha. E ha aggiunto che Mosca "continuerà a fornire assistenza militare" a Damasco.

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