La cattedrale riapre le sue porte dopo più di cinque anni di lavori di restauro successivi al devastante incendio del 2019. Il 15 aprile di quell’anno, le fiamme distrussero la guglia e gran parte del tetto, minacciando l’intera struttura
Domani, 7 dicembre, la cattedrale di Notre-Dame de Paris riapre ufficialmente le sue porte, dopo più di cinque anni di lavori di restauro avviati in seguito al devastante incendio del 2019. Uno dei simboli più iconici della Francia torna accessibile al pubblico, riconquistando il suo posto nel cuore di Parigi e del mondo.
La cerimonia inaugurale, fissata per domani, darà inizio a una settimana di celebrazioni, denominata Ottava di riapertura, che si svolgerà dall’8 al 15 dicembre. Durante questo periodo, i visitatori saranno invitati a riscoprire la bellezza del monumento parigino.
Cerimonia inaugurale: attesi capi di Stato e personalità internazionali
Per la giornata inaugurale, Parigi si prepara ad accogliere circa 50 tra capi di Stato e di governo, inclusi leader mondiali e figure religiose di rilievo. Tra gli ospiti confermati figurano anche il presidente Sergio Mattarella, che ha scelto di rinunciare all’apertura della stagione lirica della Scala per partecipare all’evento, e il presidente eletto americano Donald Trump. Sono attesi anche rappresentanti religiosi, come l'arcivescovo di New York, Timothy Michael Dolan, e l'arcivescovo di Costantinopoli, nuova Roma, Bartolomeo I. Durante l’ultima visita alla cattedrale, a fine novembre, il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato: “L'incendio di Notre Dame è stato una ferita nazionale. È un'emozione immensa per tutti noi ritrovarci qui, nella nostra cattedrale dove, cinque anni fa, la navata nascondeva un vero e proprio campo di rovine. Sono 2.000 le donne e gli uomini che hanno trascorso giorni e notti in questo cantiere. Avete reso questa sfida una realtà“.
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L’incendio del 2019
Era il 15 aprile 2019 quando Notre-Dame fu avvolta dalle fiamme. L’incendio, scoppiato intorno alle 18:50, raggiunse il culmine un’ora dopo, con il crollo della guglia, che per secoli aveva svettato a 93 metri d’altezza. L’origine delle fiamme resta ancora incerta. È stata scartata la pista di origine dolosa o criminale, ma le ipotesi più accreditate incolpano una sigaretta lasciata accesa o un guasto elettrico. La cattedrale, già oggetto di interventi di manutenzione per la sua fragile struttura, era in fase di restauro esterno al momento dell’incendio. Per domare le fiamme, centinaia di vigili del fuoco lavorarono ininterrottamente per 15 ore. Tra le maggiori preoccupazioni, il rischio che le otto campane della torre nord crollassero, provocando il cedimento della torre stessa e compromettendo le mura portanti della chiesa. Alla fine, nonostante il drammatico collasso della guglia, la cattedrale riuscì a resistere, rendendo possibile l’imponente restauro che oggi ne celebra la rinascita.
Un dramma collettivo
L’incendio di Notre-Dame non fu solo una tragedia francese: colpì profondamente l’intero mondo occidentale. I titoli dei giornali ne testimoniano l’impatto emotivo e simbolico: “Notre Drame” scrisse il quotidiano francese Libération, mentre La Repubblica constatava: “Notre-Dame non c’è più”. “Parigi, un colpo al cuore” titolò Il Messaggero, mentre il Corriere della Sera scrisse: “In lacrime per Notre Dame”.
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