Il nuovo volto di Notre Dame

Le celebrazioni per la riapertura vera e propria sono in programma tra il 7 e l ‘8 dicembre, ma oggi, per la prima volta dal terribile incendio del 2019, la cattedrale di Notre Dame ha mostrato in anteprima al mondo il suo nuovo volto, dopo il restauro. L’occasione è stata la visita del presidente francese Emmanuel Macron, che prima della riapertura ufficiale, ha voluto fare un sopralluogo al cantiere ormai in fase di chiusura, per ringraziare i finanziatori del restauro e, soprattutto, tutte le lavoratrici e i lavoratori, tra artigiani, operai, restauratori, architetti e ingegneri, chiamati ad affrontare la sfida della ricostruzione. “Avete mostrato come questo progetto sia una metafora della nazione: ogni uomo e ogni donna è necessario”, ha detto loro Macron. “Tutti voi – ha proseguito – avete avuto un ruolo, lo avete svolto e avete portato a termine il vostro compito, senza il quale tutto quello che è stato fatto sarebbe stato impossibile”. Parole che arrivano a lavori conclusi, a cinque anni da quel 15 aprile 2019, quando la cattedrale andò a fuoco per un incendio divampato nel sottotetto, probabilmente originato da un cortocircuito innescato dal danneggiamento del sistema che si occupava del movimento delle campane: l’ipotesi di una sigaretta lasciata accesa dagli operai impegnati allora nei lavori di una ristrutturazione esterna sembra aver perso via via un po’ di vigore. Le immagini della devastazione di uno dei simboli di Parigi e della cristianità ad ogni modo suscitarono una grande impressione in tutto il mondo, tanto che furono rapidamente racconti da finanziatori di ogni parte del mondo quasi 840 milioni di euro in donazioni, per la ricostruzione. Ora, grazie alle immagini girate dai media al seguito di Macron, il mondo ha potuto finalmente farsi un’idea di come siano stati spesi questi soldi, dando una prima occhiata all’interno di Notre Dame, fino a oggi inaccessibile a chiunque. L’interno della chiesa, costruita tra il 1163 e il 1250, e poi oggetto di ampliamenti e ristrutturazioni, è stato ricreato identico a com’era prima del rogo, ma la luce è molto più intensa e sembra aver restituito alla cattedrale il suo originario splendore. Con un intervento difficoltoso durato anni che ha previsto la decontaminazione di 42 mila metri quadri di pietra e una pulizia completa degli interni, i restauratori hanno lavorato, quando possibile, con le stesse tecniche e gli stessi strumenti utilizzati nel XII secolo. Molte delle cappelle sono state ripulite e restaurate ed è stata data nuova vita alle tante opere d’arte salvate dal rogo, tra cui la Vergine col Bambino, scampata miracolosamente al crollo della guglia. Un lavoro lungo e complesso che verrà celebrato ufficialmente nella cerimonia del 7 dicembre, tra circa una settimana. Solo il giorno successivo, però, Notre-Dame sarà finalmente riaperta al pubblico e solo allora il mondo potrà davvero riappropriarsi di uno dei suoi tesori più belli.