E' femmina, pesa 104 chili, è in buona salute e cerca attivamente la madre per essere allattata
Lunedì in Indonesia è nata una femmina di elefante di Sumatra, una sottospecie dell’elefante asiatico considerata a grave rischio di estinzione. Il WWF stima che oggi ce ne siano solo fra i 2.400 e i 2.800 individui, tutti sull’omonima isola. La cucciola di elefante non ha ancora ricevuto un nome: pesa 104 chili, è in buona salute e cerca attivamente la madre per essere allattata. La nascita è avvenuta nel parco naturale turistico di Buluh Cina, nel nord ovest di Sumatra, ed è stata annuncata martedì da Genman Suhefti Hasibuan, capo dell’agenzia locale per la tutela della natura. Hasibuan ha definito la nascita una buona notizia per gli sforzi per la conservazione degli elefanti.
Habitat e caccia le principali minacce
Gli elefanti di Sumatra (Elephas maximus sumatranus) sono la più piccola delle tre sottospecie dell’elefante asiatico: le altre sono l’elefante indiano, diffuso in buona parte dell’Asia meridionale, e quello dello Sri Lanka, la sottospecie più presente. Le principali minacce per gli elefanti di Sumatra sono la perdita di habitat e la caccia. Negli ultimi decenni Sumatra e altre zone dell’Indonesia hanno subìto una intensa deforestazione, nella maggior parte dei casi legata all’espansione dell’agricoltura umana, principalmente piantagioni di palma da olio. Gli elefanti hanno bisogno di grandi spazi contigui privi di interferenze umane per sopravvivere al meglio: la distruzione del loro habitat naturale li ha anche portati ad avvicinarsi più di frequente alle zone antropizzate, aumentando il rischio di conflitti con gli umani. Anche la caccia è un grosso problema per gli elefanti di Sumatra. L’avorio delle zanne dei maschi è molto ricercato, e nonostante il suo commercio sia illegale ci sono molti casi di bracconaggio. Per ora nonostante gli sforzi l’Indonesia non è riuscita a eliminare il problema, come molti altri paesi in cui vivono gli elefanti, e ci sono ancora molti casi di animali avvelenati per prelevare il loro avorio.