Consiglio d'Europa: "In Italia le forze dell'ordine fanno profilazione razziale"

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Nell'ultimo rapporto pubblicato dall'Ecri, la commissione antirazzismo del CdE, viene denunciata la profilazione razziale da parte dei corpi di pubblica sicurezza italiani. Al governo la richiesta di "istituire un organismo per le pari opportunità pienamente indipendente". Le risposte della premier Meloni: "No alle ingiurie" e del ministro Salvini: "Se gli piacciono i rom, se li portino a Strasburgo"

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Profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine, xenofobia nei contesti sociali e un dibattito politico “dai toni ostili nei confronti dei migranti”. È quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Ecri, la commissione antirazzismo del Consiglio d’Europa, che ha denunciato alcune dinamiche amministrative e istituzionali italiane, tra cui attività di sorveglianza e indagini nei confronti delle comunità rom. Pronta la risposta da parte della premier Giorgia Meloni, arrivata in un tweet: "Le nostre forze dell'ordine lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni. Meritano rispetto, non simili ingiurie".

Piantedosi: "Insulti dal CdE". Salvini: "Ecri porti migranti a casa loro"

Oltre al tweet di Meloni, sono arrivate anche le repliche da parte del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, e dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini. Queste le parole di Piantedosi: "È inaccettabile che un'organizzazione internazionale, di cui non tutti hanno ancora ben compreso il ruolo, insulti donne e uomini che con dedizione ogni giorno mettono a rischio la loro vita per garantire la sicurezza dei cittadini". 

Salvini, invece, definisce sui suoi social l'Ecri come "un ente inutile pagato anche con le tasse dei cittadini italiani. Come Lega proporremo di risparmiare questi soldi per destinarli alla Sanità anziché infangare le nostre forze dell'ordine. Se a questi signori piacciono tanto rom e clandestini, se li portino tutti a casa loro a Strasburgo". 

Il report dell'Ecri: "Profilazione razziale in Italia"

Nel report pubblicato martedì 22 ottobre e aggiornato ad aprile 2024, l’Ecri ha raccolto “le testimonianze di profilazione razziale” dei corpi di pubblica sicurezza in Italia, che individuerebbero “una forma di potenziale razzismo istituzionale”. Come si legge nel resoconto, “molti rom risiedono ancora nelle periferie delle città con accesso limitato ai trasporti pubblici”. Nei loro confronti “continuano gli sfratti forzati in violazione degli standard internazionali”. Da parte del Consiglio d’Europa arriva quindi la richiesta al governo di istituire un organismo indipendente per l’uguaglianza sociale e razziale. Secondo la commissione, infatti, il già presente Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar) e “il suo ruolo significativo nel coordinamento delle politiche governative è incompatibile con il requisito di indipendenza”, da affidare a un ulteriore ente.

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"Dibattito politico divisivo"

Prima di creare un nuovo istituto autonomo, l’Ecri suggerisce alle autorità di “commissionare uno studio completo” sul tema. “Con l'obiettivo di individuare e affrontare eventuali pratiche di profilazione razziale da parte delle forze dell'ordine”.

Le altre segnalazioni che emergono dal report riguardano il trattamento dei membri della comunità Lgbtqi+ (“vittime di discriminazioni e pregiudizi”), l’incitamento all’odio da parte di personaggi pubblici e il carattere “divisivo del dibattito politico”. In ogni caso, l’Ecri riconosce gli sforzi compiuti dall’Italia rispetto all’ultimo report, pubblicato nel 2016, ma sottolinea come alcune questioni continuino “a destare preoccupazione”.

Cos’è l’Unar

Istituito nel 2003 da parte del governo Berlusconi II, l’Unar si occupa di sorvegliare e operare in relazione ai fenomeni discriminatori che avvengono in Italia. In quanto organismo statale, l’ufficio ha sede a Palazzo Chigi ed è diretto da un responsabile nominato dal presidente del Consiglio o da uno dei ministri. Dal Consiglio d’Europa arriva adesso la richiesta di creare un nuovo ente che sia del tutto indipendente rispetto alle politiche governative. 

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