Burkina Faso nazionalizza le miniere. Ibrahim Traorè: "Sfrutteremo meglio nostre risorse"

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Il capo della giunta militare ha dichiarato che l’obiettivo è riprendere il controllo dell’economia del Paese e sostenere la lotta contro il terrorismo

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Il governo del Burkina Faso, guidato dal capitano Ibrahim Traoré, ha ufficializzato la nazionalizzazione delle principali miniere del Paese. In un lungo discorso alla radio nazionale, in cui ha risposto alle domande degli ascoltatori, ha annunciato che i permessi minerari rilasciati a compagnie straniere verranno revocati, e le concessioni saranno affidate ad aziende nazionali o a nuovi partner internazionali. "Ci sono licenze minerarie concesse a potenze che rifiutano categoricamente di sostenerci nella lotta contro il terrorismo. Un buon numero di licenze sono già state ritirate e continueremo in questa direzione", ha avvertito il presidente di transizione burkinabé. Ha anche spiegato che tutte le miniere d'oro sono nella sua agenda, con l'obiettivo di riprendere il controllo dell'economia nazionale, valorizzando la conoscenza locale. "Sappiamo come estrarre l'oro, quindi non vedo perché dobbiamo permettere alle multinazionali di farlo al nostro posto. Presto ritireremo ulteriori permessi", ha dichiarato Traoré, che ha partecipato al programma radiofonico in occasione del secondo anniversario della sua ascesa al potere, avvenuta attraverso un colpo di stato il 30 settembre 2022.

Oro risorsa strategica

Il Burkina Faso è il quinto produttore d'oro in Africa, e il metallo prezioso rappresenta una delle principali esportazioni del Paese. La nazionalizzazione non è una novità: da quando Traoré è presidente, le autorità burkinabé hanno adottato una politica di sovranità in ambito minerario. Alla fine di agosto di quest'anno, lo Stato aveva già assunto il controllo di due miniere chiave: Boungou (a est), gestita dalla britannica Endeavour Mining, e Wahgnion (a sud-ovest), della statunitense-burkinabé Lilium Mining. In precedenza, nel febbraio 2023, la giunta militare aveva sequestrato tra 200 e 300 chili d'oro alla Endeavour e alla società russa Nordgold, giustificando tali azioni con "necessità pubbliche" e il "contesto eccezionale" dovuto alla partecipazione allo sforzo bellico.

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Nazionalizzazione e politica internazionale

La decisione di revocare le licenze minerarie, in particolare a società che "non sostengono il Paese nella lotta contro il terrorismo", rappresenta anche un segnale di cambiamento nelle relazioni diplomatiche del Burkina Faso. Il governo militare si è progressivamente distanziato dall'Occidente, in particolare dalla Francia, con cui persistono tensioni dovute al passato coloniale. A livello internazionale, la giunta burkinabé ha rafforzato i legami con la Russia, cercando nuovi alleati per supportare la propria politica sovrana.

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La gestione delle risorse

L'iniziativa di Traoré include anche lo sviluppo di infrastrutture locali per il trattamento delle risorse minerarie. Un esempio significativo è il primo impianto di trattamento dei rifiuti minerari, inaugurato all'inizio di quest'anno, che rappresenta un passo cruciale per impedire l'esportazione dei materiali per la lavorazione all'estero. Con questa mossa, il Paese mira a ridurre la dipendenza dagli attori stranieri e a massimizzare i benefici economici derivanti dalle proprie risorse naturali.

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