Giornata mondiale per l'eliminazione delle armi nucleari: quali sono e chi le possiede

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Istituita nel 2013 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite con la Risoluzione 68/32, la ricorrenza promuove l'obiettivo del disarmo nucleare, per garantire la pace e la sicurezza internazionale, sensibilizzando la popolazione mondiale sul tema. I Paesi che possiedono ordigni nucleari sono Russia, Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Cina (che hanno aderito al Trattato di non proliferazione nucleare), poi India, Pakistan, Corea del Nord e Israele (che invece non vi hanno aderito)

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Come ogni anno, il 26 settembre ricorre in tutto il mondo la Giornata per l'eliminazione totale delle armi nucleari, istituita undici anni fa dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Nello specifico, la ricorrenza è nata con la Risoluzione 68/32 che, adottata dall'Onu durante l'incontro ai vertici del 26 settembre 2013, fa appello alla necessità di “adottare con urgenza una Convenzione globale sulle armi nucleari con la finalità di proibire il possesso, lo sviluppo, la produzione, l'acquisizione, il ricorso di armi nucleari e di provvedere alla totale distruzione di quelle esistenti”. La Giornata punta, quindi, a promuovere l'obiettivo del disarmo nucleare per garantire la pace e la sicurezza internazionale, sensibilizzando la popolazione mondiale sul tema.

Armi nucleari: quali sono

Le armi nucleari sono ordigni che sfruttano reazioni nucleari di fissione o fusione. Si tratta principalmente di bombe e testate esplosive per missili. La prima arma nucleare della storia fu testata nel 1945 durante il celebre Trinity test: l'espressione che, coniata da Robert Oppenheimer, il fisico statunitense che costruì la prima bomba atomica, indica la prima detonazione di un ordigno nucleare in assoluto. Condotto dall'esercito degli Stati Uniti nell'ambito del Progetto Manhattan, il test fu effettuato il 16 luglio 1945 nel deserto della Jornada del Muerto in New Mexico.

L'obiettivo dell'eliminazione delle armi nucleari

Come specifica l'Onu, il disarmo nucleare rappresenta uno degli obiettivi cruciali delle Nazioni Unite fin dalla prima Risoluzione del 1946. Il dibattito sul tema si è ampliato negli anni, divenendo ricorrente in tutte le conferenze e gli incontri dell'organizzazione intergovernativa mondiale. Nel 1968 gli Stati membri hanno poi siglato il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), che si fonda sui principi di disarmo, non proliferazione e uso pacifico del nucleare. Sottoscritto da Stati Uniti, Regno Unito e Unione Sovietica, il TNP vieta ai Paesi firmatari “non-nucleari” di procurarsi ordigni di questo tipo e, contemporaneamente, agli Stati “nucleari” di trasferire quelli che già possiedono. Dieci anni dopo, nel 1978 si è svolta anche la prima sessione speciale sul disarmo dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, da cui è nata la Conferenza del Disarmo. Oggi, l'International Day for the Total Elimination of Nuclear Weapons rappresenta un'ulteriore occasione per rimarcare l'importanza di raggiungere questo obiettivo, sottolineando i benefici – in termini di sicurezza e anche di economia - che deriverebbero dalla totale eliminazione delle armi nucleari.

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I Paesi che possiedono armi nucleari

Gli Stati “con armi nucleari” sono i Paesi che hanno costruito, testato e sono in possesso di armamenti di questo tipo. Si tratta di Russia, Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Cina: tutti Paesi che hanno aderito al Trattato di non proliferazione nucleare. A questi si aggiungono anche India, Pakistan, Corea del Nord e Israele, che non hanno però aderito al TNP. Secondo i dati della Federation of American Scientists (FAS), riportati dall’Istituto di Ricerche Internazionali - Archivio Disarmo e aggiornati al maggio 2023, gli Stati Uniti hanno schierato armi nucleari nelle basi Nato di Italia, Belgio, Germania, Paesi Bassi e Turchia. Sono presenti anche in Francia e Regno Unito, Paesi che ne possiedono di proprie. In Italia, in particolare, ci sono 35 testate nucleari tattiche B-61 nella basi di Aviano e Ghedi.

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