Attivisti e organizzazioni per i diritti civili del Kenya hanno mobilitato i cittadini questa mattina per nuove manifestazioni pacifiche a Nairobi e in altre città, come riportato da Citizen TV. I giovani della generazione Z, attraverso i social media, hanno respinto gli appelli al dialogo del presidente William Ruto dopo il ritiro delle proposte di aumento delle tasse dalla nuova legge finanziaria
Anche oggi sono previste nuove manifestazioni antigovernative nelle principali città del Kenya e molti negozi - secondo fonti locali - resteranno chiusi dopo i disordini innescati dalle violente repressioni dei manifestanti. Ieri sera i cortei si sono svolti, secondo quanto riportato da Afp, "sotto stretta sorveglianza della polizia" che continuerà a presidiare anche oggi la capitale Nairobi.
Da protesta a movimento nazionale di sfiducia
La protesta contro la legge finanziaria che introduceva nuove tasse su beni di largo consumo, nata e alimentata dai social network, si è rapidamente trasformata in un movimento nazionale di sfiducia nel governo. Anche se il Presidente del Kenya William Ruto, lo scorso 26 giugno, sulla scia degli scontri di piazza, ha annunciato il ritiro del testo di legge dicendosi "pronto a dialogare con i giovani promotori del movimento", la protesta non sembra sopirsi. E mentre il governo cerca di placare gli animi e mettere sotto il tappeto i numeri della feroce repressione da parte della polizia, l'agenzia ufficiale per la protezione dei diritti umani (Knhcr) ha reso noto che ben 39 persone sono morte nell'ondata di violenze esplose dal 18 giugno.
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I numeri della protesta
Un rapporto della Commissione nazionale keniana per i diritti umani (Knchr) smentisce le cifre ufficiali delle vittime negli scontri della settimana scorsa e riporta almeno 39 morti e 361 feriti. La presidente della Knchr, Roseline Adede, durante la conferenza stampa per la presentazione del rapporto, ha affermato che "la Commissione continua a condannare nei termini più forti possibili la violenza ingiustificata e la forza inflitta ai manifestanti, al personale medico, agli avvocati, ai giornalisti e agli spazi sicuri come le chiese, i centri di emergenza medica e le ambulanze". I numeri aggiornati della Commissione ancora una volta contraddicono le cifre ufficiali rese note da polizia e fonti del Governo. Ancora domenica sera, peraltro, il presidente keniota William Ruto, aveva citato solo 19 persone morte durante le proteste, negando di avere le "mani sporche di sangue". Anche il numero degli arresti, secondo le Ong per la difesa dei diritti umani, è stato altissimo e molti di questi sono stati eseguiti ancor prima dell'inizio delle dimostrazioni. Parte della stampa locale accusa le forze dell'ordine di aver attuato veri e propri 'rapimenti' in particolari di attivisti e influencer della 'GenZ' che stavano alimentando la protesta via social media.