La Mezzaluna rossa iraniana afferma che tutti i passeggeri dell'elicottero del presidente Ebrahim Raisi sono morti. A bordo anche il ministro degli esteri Hossein Amir-Abdollahian e altre sette persone. L'abitacolo sarebbe completamente bruciato. Raisi, 63 anni, si stava recando dalle zone di confine nordorientali alla città di Tabriz, nella provincia dell'Azerbaigian orientale, dove doveva inaugurare una raffineria
I media di Teheran confermano che il presidente iraniano Ebrahim Raisi, 63 anni, è morto in un incidente di elicottero. E con lui tutti i passeggeri del mezzo. A bordo anche il ministro degli esteri Hossein Amir-Abdollahian e altre sette persone. L'abitacolo sarebbe completamente bruciato. Raisi, 63 anni, si stava recando dalle zone di confine nordorientali alla città di Tabriz, nella provincia dell'Azerbaigian orientale, dove doveva inaugurare una raffineria.
L'incidente
Secondo quanto emerso, il velivolo avrebbe avuto un violento atterraggio d'emergenza, precipitando in una remota zona montuosa dell'Azerbaigian a causa del maltempo. Le condizioni avverse hanno reso estremamente difficili le operazioni di ricerca e soccorso. La Guida suprema Ali Khamenei ha invitato tutto il Paese alla preghiera e, con un messaggio rivolto sia agli amici che ai nemici, in particolare Israele, ha assicurato che non ci saranno vuoti di potere. Il convoglio presidenziale di tre elicotteri era partito dall'Azerbaigian dopo una visita di Raisi all'omologo lham Aliyev, con cui aveva inaugurato una diga. (LE IMMAGINI DEI SOCCORSI).
Versioni contraddittorie sull'incidente
Il convoglio presidenziale di tre elicotteri era partito dall'Azerbaigian dopo una visita di Raisi al presidente Ilham Aliyev, durante la quale avevano inaugurato una diga. Le prime notizie dai media iraniani avevano parlato di un "incidente" senza specificare se fosse coinvolto l'elicottero di Raisi. Successivamente, si è susseguita una serie caotica di aggiornamenti, spesso contraddittori. "Raisi non è ferito, è ripartito a bordo di un'auto", è stata la prima versione dell'agenzia iraniana Mehr, che poi ha cancellato la notizia. Il primo resoconto ufficiale è stato fornito dal ministro dell'interno Ahmad Vahidi, che ha confermato lo schianto ("il duro atterraggio") dell'elicottero con a bordo Raisi, il ministro degli Esteri, il governatore della provincia e il principale imam della regione, causato dalle cattive condizioni meteorologiche. Ha sottolineato che l'allarme era reale, aggravato dalla nebbia che ostacolava l'arrivo dei soccorritori sul posto.
Difficili operazioni di ricerca a causa del maltempo
Nel frattempo, gli altri due elicotteri del convoglio sono arrivati a destinazione. Verso la zona dell'impatto, un'area forestale della regione di Jofa, nell'est dell'Azerbaigian, sono state mobilitate decine di squadre, ma la nebbia, la pioggia, il buio e le rocce alte oltre 70 metri hanno costretto i soccorritori, dispiegati in numeri massicci, a muoversi a piedi, utilizzando cani da ricerca e droni. La Tv di Stato alternava immagini di iraniani in preghiera a filmati di una squadra della Mezzaluna Rossa mentre camminava su un pendio con scarsa visibilità. L'Ue, su richiesta di Teheran, ha attivato il sistema satellitare Copernicus. Altri Paesi, come Arabia Saudita, Russia e Turchia, hanno offerto assistenza. Anche la Casa Bianca ha seguito l'evoluzione della crisi, mentre da Roma Giorgia Meloni ha convocato per domani mattina una riunione con i ministri compenti e l'intelligence. Alcuni membri del governo iraniano si sono spostati a Tabriz, la città dove Raisi sarebbe dovuto arrivare, per seguire più da vicino l'evolversi della situazione.
Khamenei: "Dio riporti il presidente"
Da Teheran la Guida Suprema Ali Khamenei ha espresso l'auspicio che "Dio riporti l'onorevole presidente e i suoi compagni tra le braccia della nazione", ed ha lanciato un appello a tutto il Paese a "pregare per la salute di questo gruppo di dipendenti pubblici". Assicurando che in ogni caso "non ci saranno interruzioni nel lavoro del Paese". Folle di fedeli, immortalate dalla televisione, hanno recitato preghiere nel sacro Santuario dell'Imam Reza nella città di Mashhad, città natale di Raisi. Con il passare delle ore si sono ridotte le speranze.