Sindaci Ue: non impedite a città di fissare limiti velocità

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Sono tredici in tutto i primi cittadini e vice che in una lettera pubblicata sul Financial Times di oggi criticano alcune iniziative promosse in Italia, con la riforma del codice della strada, e nel Regno Unito che potrebbero impedire alle amministrazioni di attuare misure per la sicurezza stradale

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Bologna, Firenze e Milano ma anche Amsterdam, Bruxelles e Helsinki: sono tredici in tutto i sindaci e vicesindaci di città europee che in una lettera pubblicata sul Financial Times di oggi criticano alcune iniziative promosse in Italia, con la riforma del codice della strada, e nel Regno Unito che potrebbero impedire a città e comuni di attuare misure per la sicurezza stradale, come l'introduzione di limiti di velocità più bassi e telecamere per il controllo del traffico. Tra i firmatari, Matteo Lepore, Dario Nardella, e la vice sindaca e assessora alla mobilità di Milano, Arianna Censi. 

L'appello nella lettera

 

Nella lettera si ricorda che in Italia il governo ha proposto di recente la revisione del codice della strada "che ostacolerebbe gravemente la capacità delle autorità locali di creare zone a traffico limitato, installare autovelox e fissare limiti di velocità inferiori". Ma nella missiva non si fa riferimento solo all'Italia. I firmatari scrivo anche di un "piano per i conducenti" in Inghilterra che punta a introdurre misure altrettanto restrittive e alle resistenze in Germania, dove il governo ha finora resistito agli sforzi di oltre 1.000 comuni che vogliono un maggiore controllo sui limiti di velocità locali.   "Politiche nazionali come queste, basate non sulla scienza ma sull'opportunità politica, danneggiano la capacità delle autorità locali di prendere decisioni sul miglioramento della sicurezza e della salute dei propri cittadini", accusano i sindaci. Limiti di velocità più bassi nelle aree urbane - si legge ancora nel testo - "stanno prevenendo le morti e migliorando la vita oggi nelle città di tutta Europa" e non "si tratta di limitare la libertà degli automobilisti, ma di rendere le strade più sicure per tutti, ridurre il rumore e l'inquinamento e rendere la città più invitante per coloro che scelgono forme di trasporto più salutari come camminare e andare in bicicletta". 

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