"Lo facciamo perché siamo legate dalla passione di mostrare agli altri i posti che riteniamo speciali, ecco ciò che ci unisce. Non è una questione di soldi, ma di esperienze” confida una di loro
Quattro ragazze durante la pandemia hanno acquistato e ristrutturato un autobus a due piani del 1976 con l'intenzione di convertirlo in un ostello itinerante. L'obiettivo principale del quartetto di amiche era quello di viaggiare e condividere le avventure con altre persone. Nonostante nessuna di loro avesse alcuna esperienza pregressa nel fai da te, né le competenze necessarie per ristrutturare, ora “il bus è completo, l'ostello funziona alla grande e siamo pronte per imbarcarci verso l'Islanda, questa estate” come racconta Saskia a Business Insider. Il progetto ha preso il nome di La Karavana e offre un'esperienza on the road in loro compagnia.
Un progetto condiviso
Saskia e Jolisa sono due sorelle gemelle che hanno coinvolto nel progetto una loro amica, Lisa e una sconosciuta Eileen. “Una sorta di salto nel buio - dice Saskia -. Nessuna di noi aveva esperienza nella ristrutturazione o nell'imprenditoria, ma sapevamo di potercela fare contando l'una sull'altra”. Nell'anno impiegato a convertire l'autobus ci sono stati momenti particolarmente difficili specialmente dal punto di vista economico. Più di una volta hanno dovuto fare affidamento ai loro risparmi privati, ma adesso hanno tutto prenotato e gli affari vanno molto bene. “Lo facciamo perché siamo legate dalla passione di mostrare agli altri i posti che riteniamo speciali, ecco ciò che ci unisce. Non è una questione di soldi, ma di esperienze” confida Saskia.
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Le difficoltà iniziali
Come succede spesso all’inizio non tutto è stato facile ed è stato necessario studiare la strategia di business nei minimi dettagli. “Il primo step era convincere gente a seguirci in strada. Abbiamo costruito il sito web, deciso il giusto prezzo e cercato di costruire fiducia nei confronti delle nostre competenze e nell'abilità di garantirgli un bel viaggio. Il carico di lavoro non è certo diminuito, ma eravamo emozionate ogni volta che vedevamo una prenotazione”, dice Saskia. Il primo anno, purtroppo, sono state costrette a cancellare alcuni viaggi per mancanza di iscritti, ma il secondo anno “era tutto prenotato. Riuscivamo a malapena a crederci: il duro lavoro ci aveva ripagato”.