Generazione Europa, la ricandidatura di Ursula von der Leyen e il nuovo manifesto del PPE

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Ludovica Rossi

Ludovica Rossi

La ricandidatura di Ursula von der Leyen per un secondo mandato alla presidenza della Commissione europea e il nuovo manifesto del Partito Popolare Europeo presentato al congresso di Bucarest sono stati al centro della puntata di Generazione Europa. Ne discutono gli eurodeputati Salvatore De Meo e Sandro Gozi

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Ursula von der Leyen è la spitzenkandidat, la “candidata guida”, del Partito Popolare Europeo alle elezioni del 6-9 giugno. L’annuncio ufficiale è arrivato durante il congresso del Partito riunitosi a Bucarest il 6 e 7 marzo, in occasione del quale i popolari hanno approvato a maggioranza assoluta il manifesto politico che ne racchiude il programma per i prossimi cinque anni.

 

Una scelta non unanime

La scelta dell’attuale presidente della Commissione Ue a prossima candidata per le europee di giugno non è stata però unanime all’interno del partito dei popolari. Su 737 delegati aventi diritto al voto, infatti, soltanto 499 lo hanno effettivamente esercitato. Di questi, 400 si sono rivelati i voti favorevoli, 89 i contrari e 10 quelli nulli. La spaccatura è stata al centro dei commenti di numerosi leader europei, tra cui il commissario per il mercato interno Thierry Breton, che il giorno successivo al congresso ha scritto in un tweet: “Nonostante le sue qualità, Ursula von der Leyen è stata messa in minoranza dal suo stesso partito. La vera domanda ora è: è possibile (ri)affidare la guida dell’Europa al PPE per altri cinque anni, cioè venticinque anni di fila? Lo stesso PPE non sembra credere nel suo candidato”. La presidente attualmente in carica era stata infatti preceduta da due colleghi popolari alla guida della Commissione: José Barroso dal 2004 al 2014 e Jean-Claude Juncker dal 2014 al 2019. “Breton ha preso atto di un dato, cioè che il PPE non crede in questa ricandidatura di Von der Leyen” – commenta l’eurodeputato di Renew Europe Sandro Gozi a Sky Tg24 –. “Credo che il partito dovrebbe fare un po' di chiarezza e uscire dalle sue contraddizioni”.

 

Il manifesto del PPE

Il congresso di Bucarest è stata anche l’occasione per i popolari per presentare il nuovo manifesto che racchiude la strategia del partito per i prossimi cinque anni. Un Green Deal più pragmatico e “meno legato all’ideologia”, nuovi investimenti in materia di difesa e soprattutto un modello di gestione dell’immigrazione irregolare maggiormente improntato alla difesa delle frontiere esterne: sono questi i punti principali su cui si articola il nuovo programma. Ad aver suscitato spaccature e discussioni è stata soprattutto la tematica migratoria, per la quale il partito si è ispirato a modelli quali quello Ruanda sviluppato dall’Inghilterra o quello Albania, a guida Giorgia Meloni. Nel testo presentato in Romania si legge infatti: “Chiunque richieda asilo nell’UE potrebbe anche essere trasferito in un Paese terzo sicuro e sottoporsi alla procedura di asilo. In caso di esito positivo, il Paese terzo sicuro concederà protezione al richiedente in loco”. Per Gozi, questa proposta sarebbe “una smentita del Patto Asilo e Immigrazione, che prevede invece di semplificare le procedure del diritto di asilo nei territori dell’Unione Europea. Il PPE, seguendo la linea degli estremisti, come Giorgia Meloni e altri, vuole invece delegare questo compito ai Paesi terzi. Questo non è solo politicamente sbagliato, ma anche in contrasto con l’accordo europeo. Se diventasse un punto della candidata Von der Leyen in plenaria, sicuramente non avrebbe il sostegno di Renew”.

Per chi a Bucarest ha partecipato personalmente, come l’eurodeputato di Forza Italia Salvatore De Meo, “il manifesto rappresenta un punto di partenza: non è una Bibbia o una Costituzione, ma un documento che noi proponiamo consapevoli di doverlo condividere con coloro che vorranno fare un percorso insieme a noi. Crediamo che su determinati temi sia necessario avere il coraggio di superare alcune regole che non hanno prodotto i risultati sperati, come per esempio sul Patto Asilo e Immigrazione”.

 

Verso il voto di giugno

Al di là di ogni proiezione e simulazione sarà il voto di giugno a stabilire la composizione della maggioranza. “Il PPE intende confermare una sua linea molto pragmatica: vogliamo dare al nostro candidato un mandato che sia il più corrispondente possibile a quello che vogliono non solo i gruppi, ma soprattutto i cittadini europei” conclude De Meo.

Per l’esponente di Renew Europe, “la campagna elettorale inizia adesso: l’esito dipenderà molto anche dalle scelte dei democratici e dei liberali d’Italia. Abbiamo ottenuto risultati importanti, dal controllo delle frontiere esterne con il Patto Asilo e Immigrazione, alla tutela dell’innovazione e dei diritti fondamentali con l’Ai Act, alla nuova legge sulla sicurezza dei giocattoli: questa maggioranza ha dimostrato di saper compiere passi molto concreti”.

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