Sciopero Torre Eiffel, perché è difficile che finisca presto

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Chiara Piotto

Chiara Piotto

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Il monumento a pagamento più visitato al mondo è chiuso al pubblico da lunedì 19 febbraio. Corrosione, ascensori obsoleti, ingenti costi da sostenere e litigi su chi debba farsene carico rendono aspri gli scontri in corso tra sindacati e comune di Parigi. Sullo sfondo, l’ipotesi di una chiusura durante le Olimpiadi che cominceranno nella capitale il 26 luglio

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Arrugginita, maltrattata, a rischio di danni irreparabili, secondo i dipendenti. “In ottimo stato di salute” e “protetta” secondo il comune di Parigi. Dopo quattro giorni di sciopero e chiusura totale della Torre Eiffel, lo scontro tra sindacati e rappresentanti del Comune non sembra prossimo a una soluzione. Ma cosa c’è in campo?

Perché i dipendenti della Torre Eiffel scioperano?

Lo sciopero è stato avviato il 19 febbraio dai dipendenti della Sete, la società che gestisce la Torre Eiffel, di proprietà al 99% del comune di Parigi. Le ragioni sono diverse: in primis economiche, dato che un contratto firmato nel 2017 prevede che la società paghi nel 2024 al comune di Parigi ben 50 milioni di euro - più del triplo rispetto alla cifra annuale pagata nel 2023 (16 milioni di euro). Un costo giustificato dal comune alla luce dell’aumento di visitatori previsto in occasione delle Olimpiadi estive 2024, in agenda dal 26 luglio. Ma - rispondono i dipendenti - l’aumento dei biglietti non compenserà le perdite economiche accumulate negli anni del Covid e le spese esorbitanti sostenute e ancora da sostenere per la verniciatura del monumento.

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La Torre Eiffel è arrugginita?

Lo stato di conservazione del monumento è l’altro aspetto delicato dello scontro. Secondo i dipendenti infatti la Torre Eiffel è in uno stato di degrado in cui non si era mai trovata dalla sua apertura nel 1889. Il suo inventore Gustave Eiffel lasciò detto di rinnovare la verniciatura obbligatoriamente ogni 7 anni per evitare la ruggine. Ma, dopo 19 turni di verniciatura, la 20esima - iniziata nel 2020, con quattro anni di ritardo rispetto al previsto - si è dimostrata particolarmente complicata. Lo strato di vernice accumulato era infatti diventato così pesante da render necessaria un’operazione di limatura prima di poter procedere con la nuova pittura. Questo ha fatto lievitare i costi dell’intervento (85 milioni di euro), rimasto interrotto al 30%. Come procedere, se in più la società della Torre Eiffel dovrà triplicare il pagamento al Comune? “La Torre Eiffel è sempre stata una priorità del Comune ed è in ottimo stato”, è stata la replica del Comune fino ad ora, che ha rifiutato per il momento un incontro diretto con i rappresentanti sindacali.

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Il prezzo del biglietto aumenterà?

Una soluzione ipotizzata al momento è quella di aumentare il costo del biglietto del 20%, già oggi piuttosto elevato. Per un adulto il costo va da 11 euro (andando a piedi fino al secondo piano) a 29 euro (per arrivare in ascensore fino al livello più alto). D’altra parte non sarebbe il primo monumento parigino a far lievitare i prezzi di ingresso. A inizio gennaio 2024 il biglietto regolare per il museo Louvre è passato da 17 a 22 euro a testa, mentre il castello di Versailles da 20 a 21,50 euro. Qual è il limite che i turisti saranno disposti ad accettare per salire sulla Dama di Ferro costruita nel 1889?

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