Sciopero alla Torre Eiffel di Parigi, terzo giorno di protesta dei dipendenti

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La chiusura, che erà già avvenuta alla fine di dicembre 2023, ha come obiettivo trovare delle soluzioni alternative a un modello economico ritenuto insostenibile. Tra le ipotesi, c'è in ballo un possibile aumento del prezzo del biglietto d'ingresso del 20%

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Non sembra essere cambiato molto a Parigi da dicembre 2023, mese in cui Sete, società che si occupa della gestione della Torre Eiffel, ha annunciato il primo sciopero indetto dai suoi dipendenti. Il monumento più visitato della capitale francese è chiuso da tre giorni a causa della protesta dei sindacati Cgt e Fo, che il 19 febbraio ha causato le lunghe attese dei turisti in coda. 

Perché i dipendenti stanno scioperando?

 

I sindacati si dicono determinati nel continuare lo sciopero: “Abbiamo l’impressione che ci stiano prendendo alla leggera”, ha detto Nada Bzioui, delegata della sigla FO. “Siamo al terzo giorno di chiusura, e sarei sorpresa se la Tour riaprisse domani”.

Le ragioni della protesta risiedono nel modello economico adottato da Sete, definito “troppo ambizioso e insostenibile”. La situazione è stata nettamente peggiorata dalla pandemia e dai lavori che hanno richiesto la chiusura del monumento, con perdite per 130 milioni di euro. Sempre a causa della crisi sanitaria, alcuni cantieri sono stati rinviati, nonostante la Tour Eiffel sia, al momento, in una condizione di degrado.

“La Città propone un nuovo aumento del prezzo d'ingresso per far salire la sua quota di ricavi, già passata da 8 a 16 milioni di euro. Ma vogliono portarla a 50 milioni”, ha spiegato Stéphane Dieu, delegato sindacale della Cgt. “Quando hai un'azienda con un fatturato di 130 milioni e ne gliene chiedi 50, non si vede come si possano mantenere le proprie ambizioni in termini di manutenzione. Il monumento richiede continue operazioni di ritinteggiatura, gli ascensori vanno modernizzati. E poi l'azienda va gestita. Questo ci fa pensare che non ci sia alcun piano a lungo termine per la società che si occupa della Tour”.

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“La città sostiene la Tour Eiffel”

Il vicesindaco di Parigi Emmanuel Grégoire ha risposto in questo modo alle proteste: “La città sostiene la Tour Eiffel, è il suo gioiello. È un monumento turistico eccezionale e, come tutti, è stato colpito dalla pandemia. Ci sono 130 milioni di euro di perdite finanziarie da ripianare, ma la Città non ha mai mancato al suo dovere e al sostegno alla società di gestione”.

Tra le ipotesi in gioco, c’è l’aumento del prezzo del biglietto del 20%, che potrebbe in parte risolvere la difficile situazione economico-finanziaria che la Tour sta attraversando.

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