A essere liberati, dopo oltre tre giorni, sono stati poliziotti penitenziari e funzionari amministrativi di tre carceri
Sono state rilasciate otto delle 170 persone prese in ostaggio dopo la rivolta dei detenuti - coordinata dalla criminalità organizzata - avvenuta all'interno di sette carceri ecuadoriani.
Ancora prigionieri 155 agenti e 15 civili
A essere liberati, dopo oltre tre giorni, sono stati poliziotti penitenziari e funzionari amministrativi di tre carceri. Lo rende noto il Servizio di assistenza globale per le persone private della libertà (Snai), specificando che sono ancora prigionieri 155 agenti e 15 civili.
Le violenze
Scontri e violenze si susseguono in Ecuador da quando il leader del più grande gruppo di narcotrafficanti del paese, Los Choneros, è evaso di prigione, innescando un giro di vite del governo sui cartelli della droga. Il governo ha schierato truppe e soldati che stanno pattugliando le strade dopo una serie di esplosioni e attacchi armati che hanno provocato almeno 16 morti in cinque giorni, mentre decine di prigionieri sono fuggiti dalle carceri. Venerdì la polizia ha confermato l'autenticità di un video che mostra il cadavere di un prigioniero avvolto in plastica gettato in strada dall'interno di una prigione.
Allerta in Colombia
Intanto l'esercito colombiano è in allerta per la possibilità che i gangster fuggiti dalle prigioni dell'Ecuador potessero entrare nel Paese. La situazione ha spinto Colombia e Perù a rafforzare la sicurezza sui loro confini. "Ci sono 20 fuggitivi per i quali siamo in massima allerta", ha detto il capo dell'esercito colombiano Helder Giraldo. Alla domanda se il capo dei Los Choneros, Adolfo Macias, alias "Fito", potrebbe già essere in territorio colombiano, ha detto, "è possibile."