In milioni di post su TikTok, X e Instagram campeggia l’emoji di un cocomero di un rosso intenso. Il fenomeno ha a che fare con il linguaggio usato dai giovani per evitare di essere bannati, ma anche radici culturali e storiche
Il fenomeno non è di certo passato inosservato. Sui social ci sono milioni di post in cui compare un'anguria. Decisamente fuori stagione, ma il frutto in sé non c'entra. Sì perché quella fetta di cocomero ha a che fare con la guerra in Medio Oriente ed è diventata il simbolo del sostegno ai palestinesi. Perché proprio l'anguria? Banalmente perché i colori sono quelli della bandiera palestinese: il rosso, il bianco, il nero e il verde. Ma ci sono anche dei significati simbolici più profondi e reconditi: il frutto da sempre simboleggia fertilità e abbondanza. Ma c’è anche un motivo storico. Nel 2007, subito dopo la Seconda Intifada, l'artista Khaled Hourani creò The Story of the Watermelon per un libro intitolato Subjective Atlas of Palestine. Da lì la sua immagine stilizzata di una fetta di anguria è diventata una vera e propria bandiera.
L'origine del simbolo
Il primo episodio, però, che ha lanciato il mito dell'anguria risale al 1993, quando Israele revocò il divieto della bandiera palestinese come parte degli accordi di Oslo. In quei giorni sul New York Times il giornalista John Kifner scrisse un articolo in cui accennava all'anguria come simbolo sostitutivo: “Nella Striscia di Gaza, dove una volta i giovani venivano arrestati per aver portato angurie a fette – mostrando così i colori palestinesi rosso, nero e verde – i soldati stanno a guardare, con disincanto, mentre i cortei avanzano sventolando la bandiera un tempo vietata”. Non ci sono conferme che la pratica (l'arresto di chi mostrava fette d'anguria da parte degli israliani) fosse concreta né comune, ma tuttavia, la simbologia dell'anguria iniziò a farsi largo, legando i suoi successi alle vicende geo-politiche dell'area.