Polemiche per la decisione delle autorità brasiliane di procedere con l’affondamento “pianificato e controllato” della nave San Paolo. Secondo diverse Ong sarebbero stati violati tre trattati internazionali
Il Brasile ha affondato una portaerei dismessa nonostante gruppi ambientalisti avessero denunciato che l'ex nave francese fosse piena di materiali tossici. L’affondamento “pianificato e controllato” è avvenuto nel tardo pomeriggio di venerdì, a 350 km dalla costa brasiliana nell'Oceano Atlantico, in un'area con una profondità di circa 5.000 metri (16.000 piedi), ha dichiarato la marina in un comunicato. La decisione di affondare il San Paolo, costruita oltre 60 anni fa, è arrivata dopo che le autorità brasiliane avevano cercato invano di trovare un porto disposto ad accoglierlo.
La denuncia degli ambientalisti
Sebbene i funzionari della difesa abbiano affermato che avrebbero affondato la nave nella "zona più sicura", gli ambientalisti hanno criticato la decisione, affermando che la portaerei conteneva tonnellate di amianto, metalli pesanti e altri materiali tossici che potrebbero inquinare la catena alimentare marina. Ieri il gruppo ambientalista Basel Action Network ha rilasciato una dichiarazione congiunta con Greenpeace e Sea Shepherd, accusando il Brasile di aver violato "tre trattati internazionali" sull'ambiente affondando la nave, che secondo le Ong potrebbe causare danni "incalcolabili" alla vita marina e alle comunità costiere.
Le autorità brasiliane rivendicano scelta
Si sarebbero potute adottare altre “misure ambientalmente responsabili, ma ancora una volta l'importanza di proteggere gli oceani, vitali per la vita del pianeta, è stata considerata con negligenza”, ha affermato Leandro Ramos, direttore dei programmi di Greenpeace Brasile. Le autorità brasiliane hanno insistito sul fatto che era meglio affondare la nave di proposito piuttosto che lasciarla affondare spontaneamente da sola.