La Nuova Zelanda vieta le sigarette ai nati dal 2009: i dati sul fumo

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Beatrice Barbato

In Nuova Zelanda i 14enni di oggi saranno la prima generazione senza fumo. Chi è nato dopo il primo gennaio 2009, infatti, non potrà più comprare sigarette. La Nuova Zelanda non è, però, il Paese con la normativa anti-fumo più severa.

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La Nuova Zelanda ha approvato la prima legge al mondo che vieta il fumo ai più giovani. L’obiettivo è di rendere il Paese smoke free entro il 2025. Chi è nato dopo il primo gennaio del 2009 non potrà più comprare sigarette in Nuova Zelanda. Di fatto i 14enni di oggi saranno la prima generazione senza fumo nel Paese. 

 

Ad accompagnare questo divieto ci saranno una serie di altre misure per rendere il fumo meno economico e accessibile, tra queste una drastica riduzione della quantità legale di nicotina nei prodotti del tabacco e la vendita limitata solo a tabaccherie specializzate. A partire dalla fine dell’anno prossimo i rivenditori autorizzati passeranno dagli attuali 6mila a soli 600.

I Paesi con le norme anti-fumo più severe

La Nuova Zelanda non è, però, l’unico Paese in cui ci sono normative anti-fumo severe. Il Bhutan, ad esempio, ha vietato in tutto il Paese la vendita di prodotti di tabacco, prodotti che possono essere importati solo per uso personale. Parliamo di un Paese molto piccolo, tra la Cina, l’India, e il Bangladesh, per lo più abitato da monaci e monasteri.

 

In Svezia è vietato fumare al chiuso, ma anche in alcune aree all’aperto, come cortili scolastici, campi da gioco, fermate di autobus e stazioni.

 

A New York è vietato fumare in tutti i parchi pubblici, a Parigi ce ne sono 52 che sono diventati “smoke free”. Su tutto il territorio della California è proibito fumare sigarette normali e sigarette elettroniche nei luoghi chiusi, ma anche in spiaggia e in strada se ci si trova a meno di 6 metri da ingressi e finestre di uffici statali.

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I fumatori nel mondo

Ma quanti sono i fumatori nel mondo? L’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di 1,3 miliardi di persone. Di questi l’80% vive in Paesi a basso e medio reddito, dove il peso delle malattie e dei decessi legati al tabacco è più pesante. 

 

In generale si parla di oltre 8milioni di vittime ogni anno, 8 milioni di persone che a causa del fumo, attivo o passivo, perdono la vita.

 

In Italia quasi un italiano su quattro è un fumatore: oltre 12 milioni di persone, un dato che non era stato mai più registrato dal 2006. Il covid non ha aiutato.

 

A essere aumentato dallo scoppio della pandemia, è anche l’utilizzo di sigarette elettroniche e sigarette a tabacco riscaldato. Parliamo di 1.200.000 persone che fumano e-cig, in aumento rispetto al dato del 2019, e di 1.700.000 persone che utilizzano dispositivi che riscaldano il tabacco. In quest’ultimo caso il consumo è triplicato, passando dall’1,1% nel 2019, al 3,3% di quest’anno.

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