Elon Musk e il sondaggio su Twitter: “Assange e Snowden dovrebbero essere graziati?”

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Il nuovo proprietario del social network lancia un quesito sul fondatore di WikiLeaks e sull'ex consulente dell'Agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e precisa: "Non esprimo un'opinione, ma ho promesso di condurre questo sondaggio". Ieri l’uomo più ricco del mondo ha anche svelato i “Twitter Files” che raccontano come la precedente gestione di Twitter abbia bloccato l'accesso all'articolo del New York Post sui “segreti” contenuti nel personal computer di Hunter Biden

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Julian Assange ed Edward Snowden dovrebbero esse graziati? È il quesito posto su Twitter con un sondaggio da Elon Musk, che aprendo le votazioni sul fondatore di WikiLeaks e sull'ex consulente dell'Agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti precisa: "Non esprimo un'opinione, ma ho promesso di condurre questo sondaggio".

Chi sono Assange e Snowden

Assange è accusato negli Stati Uniti di crimini legati al più grande caso di divulgazione di informazioni riservate nella storia americana e rischia un totale di 175 anni di carcere. Negli ultimi tre anni è stato detenuto nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, a Londra. Snowden invece ha reso pubbliche nel 2013 le informazioni sui metodi di sorveglianza elettronica da parte delle agenzie di intelligence Usa. Nel 2014 ha ricevuto un permesso di soggiorno in Russia per tre anni e il 2 dicembre scorso ha prestato giuramento e ha ricevuto un passaporto russo.

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Il caso Twitter Files sui segreti di Hunter Biden

E a proposito di segreti rivelati, Musk ha mantenuto una vecchia promessa e ha svelato i “Twitter Files” che raccontano come la precedente gestione di Twitter sia giunta alla conclusione di limitare e bloccare l'accesso all'articolo del New York Post sui “segreti” contenuti nel personal computer di Hunter Biden - dalla sua vita privata ai suoi affari esteri - nei giorni precedenti alle elezioni del 2020. Il patron di Tesla non pubblica direttamente i documenti ma ne concede l'accesso a Matt Taibbi, il giornalista da sempre critico della censura online e sui media, con cui lascia intendere di aver collaborato nella valutazione. Taibbi in una lunga serie di tweet descrive il contenuto delle carte visionate, ne allega alcune e giunge alle sue conclusioni. Nel tweet numero 18 afferma: "Twitter ha preso misure straordinarie per sopprimere la storia" del computer di Hunter Biden del New York Post "rimuovendo link e mettendo in guardia su quello che poteva essere 'non sicuro'. Hanno anche bloccato la sua trasmissione diretta via messaggio, uno strumento riservato ai casi estremi come la pedopornografia". I documenti fanno luce sul dibattito interno a Twitter sul blocco dell'articolo, mettendo in evidenza il dissenso e la confusione su una decisione successivamente definita sbagliata anche dall'ex amministratore delegato di Twitter, Jack Dorsey.

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