La scoperta è stata fatta durante i preparativi per una nuova mostra sul pittore olandese, nel 150esimo anniversario della sua nascita dalla curatrice Susanne Meyer-Buser
Un quadro di Mondrian è stato appeso a testa in giù in vari musei per oltre 70 anni e nessuno se n'è mai accorto. Lo ha scoperto la storica dell'arte Susanne Meyer-Buser, che però ha anche suggerito che ormai il quadro continui a essere esposto al contrario.
La storia dell'opera
L'opera è del 1941 e mostra un complesso reticolo intrecciato di nastri adesivi rossi, gialli, neri e blu: si intitola New York City I, e fu esposta per la prima volta al MoMA di New York nel 1945, ma dal 1980 è nella collezione d'arte del Nord Reno-Westfalia a Dusseldorf. E' probabile che il quadro, forse già nel 1945, sia stato inavvertitamente esposto nel modo sbagliato e che l'errore sia rimasto.
La scoperta
La scoperta è stata fatta durante i preparativi per una nuova mostra sul pittore olandese, nel 150esimo anniversario della sua nascita. Attualmente il quadro è esposto con le linee multicolori che si infittiscono nella parte inferiore. Ma in una fotografia dello studio di Mondrian scattata poco dopo la sua morte nel 1944, il dipinto è su uno dei suoi cavalletti, con le parti più dense delle linee del nastro in alto. "L'ispessimento della griglia dovrebbe essere in alto, come un cielo scuro", ha spiegato Susanne Meyer-Buser, la curatrice della mostra. "Quando l'ho fatto notare agli altri curatori, ci siamo resi conto che era davvero ovvio. Sono sicura al 100% che l'immagine sia nel modo sbagliato".
I precedenti
Inconvenienti di questo tipo non sono rari, specialmente con le opere astratte. Nel 1961 il Museum of Modern Art di New York espose capovolto Le Bateau di Matisse per 47 giorni fino a quando qualcuno, più attento, non fece notare l'errore. Anche a Dusseldorf il Mondrian rimarrà probabilmente capovolto: Meyer-Buser ha spiegato che è stato appeso al contrario per così tanto tempo che è stato in qualche modo accettato dagli storici, quindi correggerne il posizionamento sarebbe quasi un'interferenza: "Se giro l'opera d'arte, corro il rischio di distruggerla".