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Addio a Madeleine Albright, morta la prima donna a diventare Segretario di Stato negli Usa

Mondo
©Getty

Aveva 84 anni ed era malata di cancro. Sotto la presidenza Clinton, contribuì a forgiare la politica estera del Paese. In un recente editoriale, aveva ricordato il suo incontro con Vladimir Putin e definito la sua versione del mondo "deformata"

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È morta all'età di 84 anni Madeleine Albright, prima donna a ricoprire la carica di Segretario di Stato negli Stati Uniti: era malata di cancro. Lo ha annunciato la sua famiglia. Nata nell'allora Cecoslovacchia da una famiglia di origini ebraiche, era arrivata Oltreoceano nel 1948. Sotto la seconda presidenza Clinton, contribuì a forgiare la politica americana e incontrò alcuni dei leader più importanti, compreso il presidente russo Vladimir Putin. "Poiché sapeva che le decisioni della politica americana potevano fare la differenza nella vita delle persone nel mondo, vedeva il suo lavoro sia come un dovere che come un'opportunità", ha scritto Clinton in un lungo comunicato dove ha tra l'altro definito la morte di Albright "un'immensa perdita in un periodo in cui abbiamo più bisogno delle sue lezioni". 

La carriera

Albright era laureata in scienze politiche al Wellesley College nel Massachusetts e aveva conseguito un dottorato in diritto pubblico presso la Columbia University di New York. In un primo momento, si dedicò alla carriera accademica ma poi seguì la strada della diplomazia. Durante il secondo mandato di Bill Clinton alla Casa Bianca, divenne Segretario di Stato, prima donna a ricoprire questo ruolo. Tra le altre cose, si ricordano il suo supporto all'allargamento della Nato e all' intervento armato degli Usa in Kosovo nella primavera 1999 per ragioni umanitarie. 

L'intervento sull'Ucraina

In un editoriale pubblicato sul New York Times il 23 marzo, un giorno prima che iniziasse la guerra in Ucraina, Albright aveva scritto che Putin stava commettendo un "errore storico" e ricordato il loro incontro. Allora il leader russo - da poco diventato presidente - le era parso una persona "piccola e pallida", con "la freddezza di un rettile" e "imbarazzata dal crollo dell'Urss e decisa a restaurare la grandezza" del suo Paese. Nello stesso intervento Albright aveva fatto anche alcune previsioni su come sarebbe evoluto il conflitto. "Invece di spianare la strada alla grande Russia, l'invasione in Ucraina segnerebbe l'infamia di Putin, lasciando il suo Paese diplomaticamente isolato, economicamente in difficoltà e strategicamente vulnerabile di fronte ad una alleanza occidentale più forte e unita", aveva scritto, aggiungendo che le sanzioni avrebbero devastato "non solo l'economia del suo Paese ma anche lo stretto circolo di amiconi corrotti, che a loro volta potrebbero sfidare la sua leadership". Albright aveva previsto una "guerra cruenta e catastrofica" anche per via di una "fiera resistenza armata ucraina col forte supporto dell'Occidente". Secondo la politica, il conflitto avrebbe dato un incentivo all'Europa per "tagliare la sua pericolosa dipendenza dall'energia russa".

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