Questa riduzione, si legge nel comunicato, potrebbe liberare enormi risorse - un grande "dividendo globale per la pace" - da utilizzare per affrontare i gravi problemi dell’umanità. Anche il Dalai Lama ha espresso il suo sostegno per la proposta
Una proposta-provocazione del fisico italiano Carlo Rovelli, firmata da 50 premi Nobel, tra cui Steven Chu e Carlo Rubbia. Un appello rivolto a tutti i governi del mondo che chiede di negoziare una riduzione equilibrata della spesa militare globale. Duemila miliardi possono sembrare tanti, ma in pratica si tratta di una riduzione minima delle spese militari globali, pari al 2% di ogni stato. Tornano ad essere una cifra considerevole se si possono impiegare nella lotta al riscaldamento globale, alle pandemie e alla fame nel mondo.
Stop alla corsa agli armamenti
Questa riduzione, si legge nel comunicato, potrebbe liberare enormi risorse - un grande "dividendo globale per la pace" - da utilizzare per affrontare i gravi problemi dell’umanità. Anche il Dalai Lama ha espresso il suo sostegno per la proposta. "La spesa militare mondiale è raddoppiata dal 2000. Si avvicina a 2 trilioni di dollari USA all'anno, ed è in aumento in tutte le regioni del mondo", sostengono i Nobel. "I singoli governi sono sotto pressione per aumentare le spese militari perché gli altri lo fanno. Il meccanismo di feedback sostiene una corsa agli armamenti a spirale: un colossale spreco di risorse che potrebbero essere utilizzate molto più saggiamente. Le passate corse agli armamenti hanno spesso avuto lo stesso risultato: conflitti mortali e devastanti".
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Una riduzione del 2% delle spese militari
"Abbiamo una semplice proposta per l’umanità: i governi di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite negozino una riduzione comune delle loro spese militari del 2% ogni anno, per cinque anni. La logica della proposta è semplice: le nazioni avversarie riducono le spese militari, quindi la sicurezza di ogni paese è aumentata, mentre deterrenza e equilibrio sono preservati. Proponiamo che metà delle risorse liberate da questo accordo siano destinate a un fondo globale, sotto la supervisione delle Nazioni Unite, per affrontare i gravi problemi comuni dell’umanità: pandemie, cambiamenti climatici e povertà estrema. L'altra metà resti a disposizione dei singoli governi".
"L'umanità affronta rischi gravi che possono essere affrontati solo attraverso la cooperazione. Collaboriamo, invece di farci guerra", concludono i Nobel.