Ha commosso e destato ammirazione. Per il suo coraggio è stato chiamato: "Lo Schindler africano". Paul Rusesabagina, l'uomo che ha ispirato il film: "Hotel Rwanda" è stato condannato nel suo Paese dove è accusato di terrorismo
Da eroe nazionale a terrorista condannato a 25 anni di carcere. Sorprende e fa discutere la parabola discendente di Paul Rusesabagina, 67 anni. Si tratta dell'ex direttore d'albergo che durante il genocidio dei Tutsi salvò nascondendole nel suo hotel qualcosa come 1.200 persone. Il suo gesto è stato raccontato nel 1994 nel film: "Hotel Rwanda". Per la sua generosità e il coraggio è stato soprannominato: "Lo Schindler africano". Eppure adesso si ritrova dietro le sbarre dopo un processo in cui l'accusa aveva chiesto l'ergastolo. Rusesabagina, che con i suoi avvocati non era presente in aula dovrebbe ricorrere in appello. Ma vediamo quali sono le accuse del processo. Secondo la sentenza, l'imputato "avrebbe fondato un'organizzazione terroristica che ha attaccato il Ruanda e ha contribuito finanziariamente alle attivita' terroristiche". Il governo dell'attuale presidente, Paul Kagame lo ritiene un finanziatore del Movimento Ruandese per il Cambiamento Democratico (Mrcd), considerato colpevole di aver condotto attacchi mortali in Ruanda tra il 2018 e il 2019. Dall'altra parte Paul Rusesabagina, nella posizione di fiero oppositore ormai in esilio ha denunciato in più occasioni le violazioni dei diritti umani commesse dal leader ruandese.
Un processo politico?
Per il dipartimento di Stato degli USA Rusesabagina, che ha un permesso permanente di residenza negli Stati Uniti, non ha avuto un giusto processo. "Chiediamo al governo del Ruanda di adottare misure per esaminare questi problemi per il caso di Mr Rusesabagina e stabilire misure per evitare simili risultati in futuro", conclude la nota dipartimentale. Una posizione, quella statunitense, che viene condivisa dal Belgio, Paese in cui Rusesabagina ha la cittadinanza. "Al termine di questi procedimenti legali e nonostante i ripetuti appelli dal Belgio, occorre rilevare che il signor Rusesabagina non ha beneficiato di un processo corretto ed equo" ha dichiarato il ministero degli Affari esteri belga in una nota diffusa a stretto giro dalla condanna. Provvisto anche della Green card statunitense e insignito della medaglia presidenziale della liberta', lo Schindler africano sarebbe stato vittima secondo i suoi famigliari di un rapimento. L'aereo che ha preso a Dubai e diretto in Burundi sarebbe invece -argomentano- atterrato nel confinante Ruanda. Il presidente ruandese Kagame ha negato tutte le accuse e all'inizio di questo mese ha dichiarato che Rusesabagina:"Sta dietro le sbarre non per la sua fama, ma per le vite perse a causa delle sue azioni". Per i famigliari di Rusesabagina: "Si tratta invece di accuse politicamente motivate dopo le critiche mosse in più riprese al presidente del Ruanda, Paul Kagame, definito dallo Schindler africano: "un dittatore".