Bicicletta e giacca arancione, consegna cibo a domicilio nella città di Lipsia. Nessuno immaginerebbe mai che per due anni è stato in forza al governo del suo Paese
"Vedo la campagna, faccio 1.200 chilometri al mese. Per me è un lavoro esaltante". Sayed Sadaat è da più di un anno rifiugiato in Germania. Ha trovato un lavoro come rider per sei ore al giorno ma tra il 2016 e il 2018 ha guidato le Telecomunicazioni nel governo in Afghanistan. Nonostante le pedalate, anche sotto la pioggia, non si è mai perso d'animo. Una storia esemplare, di chi con umiltà ha trovato un impiego, perchè non accettava di prendere soldi dallo Stato tedesco. "Pago le tasse, mi integro nel mio nuovo Paese. Spero un giorno di essere utile per le mie competenze professionali". Per due anni Sadaat ha fatto il consulente poi è fuggito nel 2020, prima del ritorno al potere dei talebani. Lo ha fatto semplicemente perchè non accettava la corruzione nell'esecutivo di cui ha fatto parte.
Storie di rifugiati afghani
La vicenda di Sayed, anche se può sembrare anomala, è la storia di tanti altri rifugiati afghani. Alcuni di loro avevano degli ottimi lavori ma hanno lasciato il proprio Paese dopo la crisi migratoria del 2015 e hanno dovuto accettare impieghi meno remunerativi e prestigiosi. Solo in Germania sono arrivati da allora ad oggi qualcosa come 210.000 cittadini afghani richiedenti asilo. Una presenza che a Berlino è inferiore numericamente solo a quella siriana. Nell'ultimo periodo, in seguito alla presa di Kabul da parte dei talebani, la Germania ha evacuato 4.000 afghani.