Omicidio George Floyd, l'ex poliziotto Chauvin condannato a 22 anni e mezzo

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La procura del Minnesota aveva chiesto una pena di 30 anni di reclusione. L'ex agente è intervenuto per la prima volta nel processo: "Condoglianze alla famiglia". Delusione dei parenti di Floyd e del mondo dell'attivismo per i diritti. I legali: "Continueremo a batterci per la massima pena". Il presidente Biden: "La sentenza sembra appropriata"

Derek Chauvin, l'ex agente che ha ucciso George Floyd soffocandolo durante un arresto, è stato condannato a 22 anni e mezzo di carcere. È questa la sentenza emessa dal giudice Peter Cahill. La procura aveva chiesto una condanna a 30 anni di reclusione dopo che lo scorso aprile Chauvin era stato ritenuto colpevole di omicidio preterintenzionale di secondo grado, omicidio colposo e omicidio di terzo grado. I suoi legali avevano prima tentato la strada della libertà vigilata, poi una sentenza leggera "basata sulla legge". In occasione della sentenza l'ex poliziotto è intervenuto per la prima volta in aula: "Voglio fare le mie condoglianze alla famiglia Floyd", ha detto con la voce tremante e palesemente scosso. Decine di persone hanno atteso la sentenza fuori dal tribunale di Minneapolis, sventolando foto di George Floyd, striscioni e urlando a squarcia gola "Black Lives Matter". "Non sono a conoscenza di tutte le circostanze che sono state considerate ma" la sentenza "sembra appropriata", ha commentato il presidente Joe Biden sulla sentenza.

Le reazioni dei legali della famiglia e degli attivisti

La sentenza per Derek Chauvin "potrebbe essere un punto di svolta per l'America", è il primo commento di Ben Crump, il legale della famiglia Floyd. Ma non deve essere un'eccezione deve essere la norma. Continuiamo a batterci per il massimo della pena" negli altri procedimenti legali contro l'ex agente.  Non è soddisfatto nemmeno il reverendo attivista per i diritti civili Al Sharpton: "La pena è lunga ma non è abbastanza, non è giustizia. Non siamo qui per celebrare", afferma. D'accordo anche People For the American Way che parla di sentenza "deludente. Il reato, la crudeltà e l'abuso commesso da Derek Chauvin come agente avrebbero richiesto la massima pena richiesta".

La famiglia in aula chiedeva la massima pena

“Massima pena" per Derek Chauvin, avevano chiesto in aula il fratello e il nipote di George Floyd, Terrence Floyd e Brandon Williams, prima della sentenza. Chauvin non ha avuto "nessun riguardo per la vita umana, per la vita di mio fratello", ha affermato Philonise Floyd, altro fratello di Floyd chiedendo al giudice di assicurarsi che Chauvin non abbia la possibilità di uscire dal carcere prima di aver scontato tutta la sua pena. La legge del Minnesota prevede che per buona condotta la pena possa essere ridotta di un terzo. È intervenuta anche Gianna Floyd, la figlia di sette anni di George Floyd, collegata via video con l'aula di tribunale"Gli direi che mi manca e che gli voglio bene", ha affermato."Voglio giocare con lui", ha risposto a chi le chiedeva cosa farebbe se potesse vedere di nuovo suo padre.

Il giudice: "Decisione non basata sulle emozioni"

Il giudice Peter Cahill, prima di pronunciarsi, aveva chiarito di aver deciso "non sulla scia delle emozioni e della simpatia ma sui fatti. La mia decisione è accompagnata a un memorandum di 22 pagine che la spiega e non vuole essere un messaggio a nessuno", ha aggiunto.

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