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Anniversario Tienanmen, arrestata a Hong Kong Chow Hang Tung

Mondo
©Getty

Commemorazioni della strage di Piazza Tienanmen. Due gli arresti ad Hong Kong. 32 anni dopo, la Cina finge di ignorare l'accaduto

L'attivista Chow Hang Tung è stata arrestata a Hong Kong nel giorno dell'anniversario numero 32 del massacro di piazza Tienanmen del 1989. La vicepresidente della Hong Kong Alliance, associazione pro-democrazia che ogni anno, dal 1990, organizza veglie per le vittime della repressione cinese nei confronti dei manifestanti è stata fermata insieme ad un ragazzo di 20 anni. La Tung è accusata di aver promosso e organizzato una riunione «non autorizzata». Il governo di Hong Kong, per il secondo anno consecutivo, aveva vietato ogni commemorazione citando restrizioni per evitare la diffusione del Covid. Oltre che a Hong Kong, anche a Macau per il secondo anno consecutivo sono state vietate le veglie per ricordare il massacro di Tienanmen. Nonostante i divieti, Chow ha invitato a commemorare il tragico evento. «Accendete le luci ovunque voi siate, che sia sul vostro telefono, siano candele o candele elettroniche», aveva scritto su Facebook il giorno prima del suo arresto. Avvocato e attivista per i diritti umani, Chow aveva detto alla Bbc di essere «pronta per essere arrestata. Hong Kong è così adesso. Se combatti per la democrazia sotto un regime autoritario, essere arrestato è inevitabile. Che accada. Sono disposta a pagare il prezzo della lotta per la democrazia».

La protesta di piazza Tienanmen

Il Governo di Hong Kong ha blindato  Victoria Park con 7000 poliziotti, impedendo la celebrazione dell’anniversario  della strage di Piazza Tienanmen a Pechino. In quel 4 giugno del 1989, i carrarmati cinesi soffocarono nel sangue la prima richiesta di democrazia in Cina dopo l’era Mao. Ancora oggi non si conosce il numero esatto dei morti, quasi tutti giovani o giovanissimi, colpiti dai proiettili del PLA – l’Esercito Popolare di Liberazione – oppure schiacciati dai cingoli dei carrarmati. L’immagine iconica del giovane che da solo, ferma un carrarmato nell’immensa piazza è diventata il simbolo di un’epoca e di un’ideale, quello democratico... In Cina è stato sempre vietato ricordare la strage. Sul “Google Cinese”, Baidoo, non se ne trova alcuna traccia e neppure nei libri di storia, nei giornali e nei media cinesi. I riferimenti alla protesta sono ancora oggi ritenuti  “pericolosi” dal regime. Il numero delle vittime nella strage resta incerto: 200 civili e alcune dozzine di militari secondo la Cina, fra le 400 e le 800 persone la stima più prudente delle Organizzazioni umanitarie, 2600 morti secondo la Croce Rossa.

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