Entro il 2 giugno, Yair Lapid dovrà presentare al capo dello Stato la composizione del governo. Israele potrebbe vedere a breve l'alba di una "nuova era", con una compagine che per la prima volta in quasi 13 anni non sarebbe guidata da Benjamin Netanyahu
Yair Lapid, il capo dell'opposizione centrista da quasi tre settimane lavora senza sosta per cercare di mettere in piedi l'esecutivo del “cambiamento”. Un compito difficile dal momento che punta a tenere insieme uno schieramento quanto mai composito di forze: dalla destra nazionalista di Yamina, ai conservatori di Gideon Saar (New Hope), passando per i centristi di Yesh Atid e Blu e Bianco, fino ai laburisti e alla sinistra radicale di Meretz.
Bennett favorevole a questo scenario
L'impegno pubblico del leader di Yamina Bennett a favore di un simile scenario ha impresso nelle ultime 24 ore un'accelerazione ai negoziati ma "ci sono ancora un sacco di ostacoli" da superare, ha riconosciuto il leader centrista, mentre le delegazioni lavorano senza sosta per mettere d'accordo i vari partiti. Tra le dispute in corso, quella tra Blu e Bianco di Benny Gantz e Yisrael Beiteinu di Avigdor Lieberman per il ministero dell'Agricoltura; scontro anche tra Yesh Atid e New Hope sull'incarico di ministro delle Comunicazioni e sul ruolo di speaker della Knesset.
Il ruolo degli islamisti conservatori
L'aiuto degli islamisti conservatori è cruciale per permettere la nascita dell'esecutivo: con i deputati a disposizione, la coalizione al momento arriverebbe a 58, tre sotto la maggioranza necessaria per vedere la luce, senza contare la probabile defezione di almeno un parlamentare di Yamina, contrario all'intesa. Secondo Lapid "ci sono ancora molti ostacoli sulla strada della formazione di un nuovo governo", ma "magari è una buona cosa perché dovremo superarli insieme: si tratta del primo test per vedere se sapremo trovare compromessi intelligenti nei prossimi giorni per raggiungere un obiettivo maggiore".