Naufragio al largo della Libia, si temono oltre 100 vittime. Ong: Allarme ignorato

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Sos Mediterranee: "Oltre 100 migranti morti al largo Libia. Avvistati solo 10 corpi ma impossibile gli altri siano vivi". Secondo quanto riferito dall'equipaggio della Ocean Viking, 130 persone erano a bordo di un gommone che aveva tentato la traversata in condizioni di mare proibitive

Oltre 100 migranti sono annegati al largo della Libia. L'allarme arriva da Francesco Creazzo di Sos Mediterranee che ricostruisce la tragica giornata di ieri, quando Alarm Phone ha lanciato l'allerta "alle autorità e alla Ocean Viking" su tre barche in pericolo: una con 40 persone, "mai rintracciata", e due gommoni con a bordo tra le 100 e le 120 persone ciascuno. Il primo è stato ritrovato ribaltato. "È stato come navigare in un mare di cadaveri. Letteralmente. Del natante restava poco, delle persone neanche il nome" ha raccontato Alessandro Porro, Presidente di Sos Mediterranee Italia, che era a bordo della Ocean Viking, intervenuta nel luogo del naufragio (GUARDA IL VIDEO). 

Sos Mediterranee: "Abbandonati"

Porro racconta di onde alte sei metri e ricorda le ricerche senza aiuto da parte degli Stati. "Fosse caduto un aereo di linea - denuncia - ci sarebbero state le marine di mezza Europa, ma erano solo migranti, concime del cimitero mediterraneo".

L'equipaggio della Ocean Viking ha assistito al naufragio di un gommone a nord est di Tripoli.  Stando al racconto di Sos Mediterranee  "Alarm Phone aveva avvisato di un totale di tre imbarcazioni in pericolo nelle acque internazionali al largo della Libia. Tutti loro erano ad almeno dieci ore dalla nostra posizione al momento della ricezione degli avvisi. Abbiamo cercato due di queste barche, una dopo l'altra, in una corsa contro il tempo e con mare molto mosso". 

L'arrivo della Open Arms a Porto Empedocle (Agrigento), 21 agosto 2019. ANSA/PASQUALE MONTANA LAMPO

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Onu: gli Stati si sono rifiutati di salvarli

"Gli Stati sono rimasti inerti e si sono rifiutati di agire per salvare le vite di oltre 100 persone. Loro hanno implorato e lanciato chiamate di emergenza per due giorni, prima di affondare nel cimitero blu del Mediterraneo. È questa l'eredità dell'Europa?". È la domanda provocatoria con cui su Twitter Safa Msehli, la portavoce di Oim, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni dell'Onu, ha commentato l'ultima tragedia sulle rotte migratorie dal Nord Africa. In un altro tweet, a corredo della foto di un gommone ribaltato in acqua, ha scritto: "Lasciati morire in mare. L'umanità è affogata".

L'arrivo della Open Arms a Porto Empedocle (Agrigento), 21 agosto 2019. ANSA/PASQUALE MONTANA LAMPO

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La precisazione della Guardia costiera italiana

La Guardia costiera italiana ha precisato di aver individuato i mercantili più vicini all'area nella quale era stata segnalata la presenza delle imbarcazioni con a bordo i migranti e li ha comunicati alle autorità libiche. L'evento, proseguono le fonti, è avvenuto in area Sar libica e le autorità di Tripoli hanno assunto il coordinamento. La Guardia Costiera, su richiesta delle stesse autorità e come previsto dalle convenzioni internazionali, ha individuato i mercantili poi utilizzati dai libici per le ricerche. 

Frontex: subito allertati soccorsi di Italia, Malta, Libia

"Siamo profondamente rattristati da questa tragedia. Ancora una volta, bande criminali hanno stipato persone disperate su una barca inadatta alla navigazione in condizioni meteo terribili e le hanno spinte in mare, mettendo i profitti al di sopra della vita". Lo scrive Frontex in una nota. L'agenzia riferisce di avere "immediatamente allertato i centri di soccorso nazionali in Italia, Malta e Libia, come previsto dal diritto internazionale" ed avere "emesso diverse chiamate di soccorso sul canale radio marino di emergenza per allertare tutte le navi nelle vicinanze a causa della situazione critica e del maltempo".

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