Un’ondata di commozione sta attraversando la Gran Bretagna. L’uomo sospettato della sparizione e dell'omicidio di Sarah Everard, 33 anni, è un poliziotto addetto alla sicurezza a Westminster. Al primo ministro Boris Johnson si chiede di fare di più contro i femminicidi e la violenza di genere e domestica, aumentati anche a causa della pandemia da Covid
Nello stesso luogo immerso nel verde della placida campagna inglese, dove sono stati trovati i resti di Sarah, agenti di polizia portano dei fiori. Scotland Yard è sotto choc, insieme al resto del Regno Unito. Agli arresti perché sospettato di aver rapito e ucciso Sarah Everard, 33 anni, la sera del 3 marzo scorso a Londra, c’è uno di loro: l'agente Wayne Couzens, 48 anni, padre di due figli, addetto alla sicurezza a Westminster, uno dei luoghi più delicati del Paese. Era stato pedinato per alcuni giorni prima dell'arresto, avvenuto verso la mezzanotte di martedì scorso nella sua abitazione del Kent, da dove è stato prelevato assieme a una donna sospettata di favoreggiamento. A far convergere i sospetti su di lui sembra stato il filmato registrato dalla telecamera di un bus.
Femminicidi aumentati durante la pandemia
L’ondata di sdegno e commozione nel Paese è fortissima. Il dibattito sulla sicurezza delle donne è acceso e molto sentito. La deputata laburista Jess Phillips, ministro ombra per la violenza domestica ha letto alla camera dei comuni i nomi delle 120 donne uccise nell’ultimo anno. I deputati sono rimasti in silenzio per 4, interminabili minuti. Il primo ministro, Boris Johnson, è sotto pressione: gli viene chiesto di fare di più per proteggere le donne. “Sono scioccato e profondamente rattristato dagli sviluppi nelle indagini su Sarah Everard. Come il resto del Paese I miei pensieri vanno alla famiglia e agli amici. Stiamo lavorando velocemente per trovare tutte le risposte a questo crimine orrendo”, si legge in un suo tweet.
Le donne accusano: non ci sentiamo protette
Per sabato sera è stata organizzata a Londra una veglia, nonostante sia state proibita dalla polizia a causa delle norme anticovid attualmente ancora in vigore. Così una delle organizzatrici, Anna Birley: “Il problema non sono le donne, il problema è che le donne non sono al sicuro per le nostre strade. Non sono al sicuro a casa. Tutte noi abbiamo esperienze di molestie per strada. In una certa maniera - ha spiegato Birley - questo è un modo per mostrare solidarietà l’una con l’altra, riconoscere che c’è un problema e al tempo stesso dire che ne abbiamo abbastanza, vogliamo che i nostri spazi pubblici tornino ad essere sicuri per le donne”.
Veglie in tutto il Regno Unito
Per denunciare le minacce sulle donne per le strade del Regno e i femminicidi in aumento, anche in altre città del Regno Unito verranno organizzate veglie in ricordo di tutte coloro che hanno subito e subiscono violenze fisiche o abusi. Rispetto l’invito fatto dalla polizia a stare a casa, una parlamentare dei Verdi, la baronessa Jenny Jones, ha ribattuto provocatoriamente alla Camera dei Lord che semmai potrebbe essere il caso d'imporre un coprifuoco agli uomini dopo il tramonto, dalle 18 in poi.